Radiogramma della Madonna Campori del Correggio
negativo,
(?) 1936 - (?) 1936
Anonimo (xx Prima Metà)
XX prima metà
La lastra era originariamente priva di busta pergamina; è stata rinvenuta all'interno di una scatola con intestazione "Corpus Domini". Il fototipo presenta una mascheratura in carta nera che percorre tutto il perimetro del lato emulsione
- OGGETTO negativo
-
SOGGETTO
Italia - Emilia Romagna - Modena - Galleria Estense - Madonna Campori
Pittori - Italia - Sec. XVI - Allegri, Antonio detto Correggio
Pittura - Dipinti su tavola - Madonna col Bambino - Analisi diagnostiche
-
MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
-
CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
-
ATTRIBUZIONI
Anonimo (xx Prima Metà): fotografo principale
Allegri Antonio Detto Correggio (1489-1534): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La fotografia dell'indagine diagnostica eseguita sul dipinto del Correggio - la Madonna Campori della Galleria Estense di Modena (inv. 4172), a tecnica mista su legno di pioppo - mostra la porzione superiore della tavola, concentrandosi sulla mezza figura della Vergine. L'immagine risulta inoltre in controparte rispetto all'originale pittorico, di cui non può essere la ripresa diretta. Nell'archivio fotografico SBAP è stato rintracciato anche il corrispettivo della parte inferiore, vedi N_000424. Si ricorda che la Madonna Campori venne restaurata nel 1852 da Napoleone Angelini, che intervenne sulla tavola a seguito del riconoscimento come opera autografa di Correggio da parte del pittore Vincenzo Rasori. Successivamente nel 1936 vi intervenne Enrico Podio consolidando la materia pittorica e introducendo nel verso della tavola una parchettatura "alla fiorentina". Il restauro, coordinato da Rodolfo Pallucchini, ispettore della Galleria Estense, comportò anche la realizzazione di radiogrammi per l'individuazione di ridipinture. La lastra in esame, mostrando una distribuzione dei chiari e degli scuri conforme all'originale, dovrebbe quindi intendersi quale ripresa di un radiogramma del dipinto; ne riproduce infatti la condizione di controparte, mentre ne ribalta lo stato di negativo rispetto all'opera. Lo stesso Pallucchini riferisce nel catalogo del 1945 dell'Estense, dei radiogrammi condotti sulla tavola, conservati presso l'archivio della Galleria. L'opera venne donata nel 1894 alla Galleria Estense dal marchese Giuseppe Campori, la cui famiglia lo conservava sin dall'acquisizione nel 1636 da parte del cardinale Pietro Campori; l'attribuzione all'Allegri si deve al Rasori che vide la tavola intorno al 1852, allorquando fu ospite dei marchesi nel loro castello di Soliera. L'opera, dopo essere stata trafugata dalla stessa Galleria Estense nel 1992, venne recuperata nel 1995, anno in cui fu oggetto di numerose indagini diagnostiche (radiografia, riflettografia IR, fluorescenza U.V., fluorescenza a raggi X) condotte dall'ENEA, analisi propedeutiche al restauro condotto nello stesso anno dall'equipe di Ottorino Nonfarmale, in collaborazione con la Fondazione Cesare Gnudi di Bologna. Da ricordare inoltre che in occasione della mostra del 2000 dedicata all’opera e organizzata dalla soprintendenza artistica di Modena, vennero condotte nuove indagini in riflettografia IR dall'ufficio stesso (vedi BIB). Nello stesso dossier di restauro del 1995, a cura della soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Modena e Reggio Emilia (vedi BIB), si riporta la notizia che, nel corso dell’intervento del '36, "vennero eseguite delle radiografie che documentarono una prima volta le varie ridipinture che la tavola aveva subito". E' assai probabile che le due riprese N_000416 e N_000424, siano da ricondurre a tali analisi. L'ipotetica ricostruzione, con una datazione al 1936 di entrambe le lastre, spiegherebbe anche la presenza nell’archivio SBAP di fotografie di un dipinto di pertinenza territoriale della soprintendenza storico-artistica di Modena (in epoca fascista, tra il 1923 ed il 1939, le soprintendenze architettoniche e quelle artistiche furono accorpate nell'unica sede di Bologna). Si ricorda che già in precedenza il restauratore Angelini aveva segnalato i profondi sfregi a diagonali incrociati che interessano la zona del Bambino, come ben documentato in N_000424
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634319
- NUMERO D'INVENTARIO N_000424
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0