Torrechiara (Parma)/ Castello di Torrechiara/ Sala d'oro Riprese degli affreschi della Camera d'Oro del Castello di Torrechiara nel 1936 (16 lastre)
negativo servizio,
1936 - 1936
Podio, Enrico (notizie Anni Trenta Xx Secolo)
notizie anni Trenta XX secolo
Maestro Di Monticelli (notizie Metà Xv Sec)
notizie metà XV sec
Il servizio fotografico è costituito da 16 lastre alla gelatina di formato 13x18, 12 orizzontali (N_000772, N_000773, N_000775, N_000777, da N_000779 a N_000783, da N_000785 a N_000787) e 4 verticali (N_000774, N_000776, N_000778, N_000784). Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente
- OGGETTO negativo servizio
-
SOGGETTO
Pittura - Affreschi - Dipinti murari - Cicli pittorici - Castelli
Pittori - Italia - Sec. XV - Maestro di Monticelli
Italia - Emilia Romagna - Langhirano - Castello di Torrechiara - Affreschi della Camera d'Oro
-
MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
-
CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
-
ATTRIBUZIONI
Podio, Enrico (notizie Anni Trenta Xx Secolo): fotografo principale
Maestro Di Monticelli (notizie Metà Xv Sec): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il servizio fotografico è costituito da 16 riprese della decorazione pittorica della Camera d’oro, il primo e più noto tra gli ambienti del castello di Torrechiara, edificato tra il 1448 e il 1460 da Pier Maria de Rossi. Per la riconosciuta competenza militare, il finanziatore è da tenersi altresì come progettista del castello, che univa alle funzionalità difensive e strategiche anche quella residenziale, di delizia e di studiolo. Il nome della Camera d’oro è derivato dalla conformazione della propria fascia inferiore, recante formelle in terracotta con elementi araldici e imprese dei Rossi di San Secondo, un tempo rivestite d’oro e magnificate dal poeta Gerardo Rustici nella «Cantilena pro potenti domino Petro Maria Rubei» (1463), unitamente, appunto, al testé completato ciclo affrescato. Quest’ultimo si sviluppa in quattro lunette parietali ed in altrettante vele della volta a crociera, ed assegna un ruolo preponderante a Bianca Pellegrini d’Arluno, amante del conte Pietro Maria. Le pitture murali si devono a maestranze cremonesi, in contiguità con l’impegno nel 1462 di Benedetto Bembo per la realizzazione del polittico con la Madonna col Bambino e angeli musicanti, accompagnati dai SS. Antonio Abate, Nicomede, Caterina d'Alessandria, Pietro Martire nei pannelli laterali e dagli apostoli nella predella, oggi al Castello Sforzesco di Milano e in passato già al fiorentino Palazzo Davanzati. Per la documentata presenza del detto polittico, la gran parte degli studiosi di Torrechiara (con l’eccezione di Malaguzzi Valeri che attribuiva gli affreschi al cremonese Francesco Tacconi sulla base di un più tardo atto di pagamento per lavori al castello) hanno a lungo identificato in questo ciclo l’intervento dello stesso Benedetto, ipotesi in seguito messa in discussione da altre proposte. Proprio le differenze stilistiche tra polittico e affreschi hanno enucleato un prossimo ma alternativo corpus di opere, affini agli affreschi della cappella della Rocca a Monticelli d’Ongina, dipinti per il vescovo di Lodi Carlo Pallavicino verso la fine degli anni ‘50. A tale personalità artistica, distinta da Benedetto, ci si è riferita in forma generica con il nome di Maestro di Monticelli, ed in seguito con alcune proposte di identificazione con i pittori Francesco Tacconi (Tanzi) e con Gerolamo Bembo (Mendogni e poi Tanzi), fratello di Benedetto. Le riprese mostrano gli affreschi in uno stato di conservazione che presenta problematicità quali lacune, sollevamenti dell’intonaco e crepe e stuccature varie, e sono presumibilmente intese a qualificare tale condizione conservativa nelle fasi preliminari di un consolidamento e restauro pittorico a cui si stava probabilmente apprestando nel 1936 il restauratore Enrico Podio, autore delle riprese (si segnala che la letteratura su Torrechiara e sulla Camera d’Oro non menziona un intervento di Podio sulle pitture nella seconda metà degli anni Trenta; piuttosto, all’interno del periodico ministeriale Le arti dell’aprile-maggio del 1940, p. 279, si riferisce dei conclusi interventi di restauro architettonico diretti dall’architetto Corrado Capezzuoli, dal 16 luglio del 1939 direttore della Soprintendenza ai Monumenti di Ravenna). La scena della lunetta orientale è presente nelle riprese N_000773, N_000778 e N_000783, focalizzate rispettivamente sulla parte centro-sinistra, sul centro e sulla porzione centro-destra. Le tre lastre mostrano quindi il tema del cupido bendato - in piedi sopra una colonna al centro del Tempio di Amore, struttura architettonica tripartita e aperta da un colonnato - intento a scagliare una freccia verso Bianca Pellegrini, mentre a sinistra Pietro Maria si trova già trafitto e indica la freccia nel costato. La ripresa N_000773 fotografa a sinistra una coppia di amorini intenti a suonare il flauto davanti al grande castello di Beseganola; N_000778 riprende anche parte della figura a monocromo di Ercole nell’angolo inferiore destro, mentre N_000783 mostra, nel fianco destro della lunetta, due puttini che si contendono un pavone (poco leggibile) davanti alla grande sagoma del castello di «Torciara» (Torrechiara). La scena della lunetta meridionale, che ritrae Pietro Maria inginocchiato dinanzi a Bianca all’interno di un tempio (identificato dalla G. C. Zanichelli come Tempio della Fama, abitato dagli antenati del conte) e nell’atto di donarle una spada, è raffigurata dalle riprese N_000780, N_000781 e N_000784. Nei fianchi laterali, coppie di amorini o eroti sono raffigurati in un ambiente campestre intenti a simulare una battaglia (a sinistra davanti ad un castello, accompagnati da un cigno) o a suonare strumenti musicali (a destra); la ripresa N_000781 inquadra nella completezza il fianco destro e mostra una lacuna dell’emulsione, in corrispondenza di uno dei putti presenti sul lato sinistro. [PER MANCANZA DI SPAZIO SI PROSEGUE IN OSSERVAZIONI]
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634325
- NUMERO D'INVENTARIO da N_000772 a N_000787
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul pergamino della lastra inv. N_000772: recto - R. SOPRAINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE B SCAF. VI N. 166 [174 cancellato]/ INVENT. N. 5717 [7017 cancellato]/ LUOGO Torrechiara (Parma)/ MONUMENTO Castello di Torrechiara/ Sala d'oro/ STAMPE N./ OSSERVAZIONI fot. Podio - 10x15 - 1936 -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0