Bologna/ Corpus Domini (Chiesa)/ Impalcatura
Riprese degli interni della Chiesa del Corpus Domini di Bologna nel 1945 (4 lastre)

negativo servizio, 1945 - 1945
Anonimo (xx Prima Metà)
XX prima metà

Il servizio fotografico è costituito da 4 lastre alla gelatina di formato 13 x 18, tutte verticali. In tutti i fototipi sono visibili le impronte del portalastre. Il vetro di tutte le lastre è spesso. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa del Corpus Domini
    Edifici di culto – Cupole – Volte - Impalcature
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Prima Metà): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Costruito fra il 1477 e il 1480 da Nicolò di Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, il Corpus Domini è uno dei santuari più cari alla devozione popolare. L'edificio è conosciuto anche con il nome di “Chiesa della Santa” in quanto in esso è conservato il corpo di Santa Caterina de' Vigri, fondatrice nel 1456 del primo convento di suore Clarisse a Bologna. Conservando la facciata rinascimentale, Gian Giacomo Monti rimaneggiò l’edificio nella seconda metà del Seicento, in forma barocca. L’interno è a una navata, con cappelle affrescate da Marcantonio Franceschini e collaboratori, arricchito da sculture di Giuseppe Mazza. La chiesa venne per la maggior parte distrutta dall’incursione aerea del 5 ottobre del 1943, che abbatté la facciata, il tetto, le volte della nave e di alcune cappelle, la parte superiore dei muri di perimetro; inoltre distrusse o mutilò l’interna decorazione ad affresco a e stucco. Alfredo Barbacci, all’epoca direttore della Soprintendenza ai Monumenti dell’Emilia, decise di cominciare subito il restauro della chiesa. Scrive lo stesso Barbacci nella pubblicazione “Monumenti di Bologna. Distruzioni e restauri”, che cominciarono “dal tiburio, che pur non essendo stato colpito direttamente dalle bombe, per lo scuotimento del suolo e dei muri d’imposta, e per l’urto dei gas dell’esplosione aveva perduto il tetto; inoltre la calotta in muratura, internamente dipinta, si era fratturata in tanti pezzi grandi e piccoli, rimanendo miracolosamente in piedi. Se si fosse trattato solo della calotta laterizia, sarebbe convenuto abbatterla e ricostruirla; ma in tal modo avremmo perduto il grande affresco del Franceschini, rappresentante la Gloria di Santa Caterina, che tutta la veste. (…) Utilizzando le grandi travi della copertura cadute a terra si montò rapidamente una robusta armatura, con la quale si sostenne la calotta, permettendo qualche assestamento delle parti di muratura dipinte, la colatura di malta nelle fenditure e di una cappa cementizia sull’estradosso, e infine la ricostruzione del tetto, che assicurò il dipinto dalle intemperie”. Era il 1977 quando Barbacci pubblicava questo testo. Il servizio fotografico in esame mostra le impalcature innalzate nella Chiesa del Corpus Domini nel 1945, a sostegno della calotta affrescata da Marcantonio Franceschini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634111
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000741 a N_000744
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul recto della lastra N_000741: in basso a destra - BO/227 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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