Madonna fiamminga del/ Collegio Alberoni di/ Piacenza/ Madonna del Van Eych
Madonna della Fontana di Jan Provost

negativo, post 1937 - (?) 1950

La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna – Piacenza – Collegio Alberoni
    Pittori fiamminghi - Sec. 15-16. – Provost, Jan
    Madonna della Fontana – Dipinti su tavola – Sec. 16
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Achille Villani (ditta): fotografo principale
    Provost, Jan (1462-1529): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nato da una famiglia di origini modeste, Giulio Alberoni (1664-1752) andò sempre cercando l’ostentazione della propria elevata posizione sociale: una dimora fastosa e una raccolta di preziose opere d’arte costituivano un complemento essenziale alla propria dignità cardinalizia. L’Alberoni cominciò a formare le sue collezioni fin dagli anni giovanili a Piacenza, arricchendole poi durante il soggiorno in Spagna e soprattutto a Roma. Una ricchissima biblioteca, dipinti soprattutto del Cinque e Seicento - con una predilezione per le nature morte e i quadri di genere (paesaggi, marine, battaglie) - una spettacolare serie di diciotto arazzi, sculture e oggetti d’arte costituiscono il nucleo principale della raccolta. Purtroppo non documentate nel ricco epistolario alberoniano, il cardinale ebbe però relazioni con diversi artisti contemporanei. Alla sua morte, il cardinale lasciò in uso frutto i propri beni al nipote, monsignor Alessandro Faroldi, ed incaricò gli esecutori testamentari che, una volta scomparso quest’ultimo, provvedessero alla vendita di tutto il patrimonio, per finanziare le attività del Collegio. Fu così che nel 1760, dopo la morte del Faroldi, tutta la collezione venne stimata dall’Accademico di San Luca Stefano Pozzi, allievo di Carlo Maratta. Dal momento che i ricavi delle prime vendite di dipinti erano estremamente modesti, i padri vincenziani decisero che forse valeva la pena far trasportare tutti quei beni a Piacenza, in attesa di poterli esitare con miglior profitto. Fu così che nel 1761 un centinaio di dipinti e i 18 arazzi del cardinale giunsero a San Lazzaro, andando ad unirsi a quel nucleo di beni che il prelato aveva lasciato nel palazzo di città presso San Savino. Quegli oggetti d’arte da allora sarebbero divenuti ornamento perpetuo del Collegio fondato dal cardinale. Fanno parte di questa preziosissima raccolta le due tavolette del pittore fiammingo Jan Provost (1462-1529): la Madonna della fontana e il celebre Bicchiere di fiori (1510, olio su tavola), che in origine ne costituiva il rovescio. L’autore ci offre una sofisticata interpretazione dell’iconografia della Vergine, rifacendosi ad un celebre originale di Jan van Eyck, la Madonna della fontana oggi al Museo di Anversa (1439), riletta alla luce delle esperienze più “moderne” di maestri come Gerard David e Hans Memling. Nella pubblicazione “La Galleria del Collegio Alberoni” di Mons. Vincenzo Pancotti del 1933, viene pubblicata l’immagine della Madonna della fontana con il titolo La Madonna in trono di autore ignoto fiammingo. Fu il grande conoscitore Max Friedländer negli anni Trenta del Novecento, a proporre per primo il nome del Provost - uno dei più significativi rappresentanti della Scuola di Bruges all’inizio del XVI secolo - quale autore di questo capolavoro: un’attribuzione che in seguito è stata accetta dalla maggioranza degli specialisti. Nel 1735 era stata compiuta la rischiosa operazione di divisione della tavola originaria, pertanto i dipinti continuarono per lungo tempo ad essere ritenuti due opere autonome. Fu padre Gian Felice Rossi a rilevare, attraverso un’attenta analisi delle venature del legno, che essi provenivano dalla medesima tavola e che dunque in origine, il vaso di fiori doveva costituire il rovescio della raffigurazione sacra. Le due lastre in esame N_000680 e N_000681 sono state realizzate dallo Studio di Achille Villani dopo il 1937, perché sul pergamino della lastra relativa alla riproduzione dell’opera Bicchiere di fiori (N_000680) è specificato che trattasi del retro della Madonna fiamminga del Collegio Alberoni di Piacenza. Achille Villani (1870-1945) aprì nel 1914 a Bologna un atelier fotografico in via S. Stefano 24, all'interno della sua abitazione. In precedenza attorno al 1910, dopo aver intrapreso l'attività di decoratore e pittore, iniziò a collaborare con lo studio Camera di via Indipendenza, soprattutto con Giuseppe Camera figlio del fondatore Giovan Battista. Soltanto nel 1921 la sua ditta "A. Villani" venne registrata alla Camera di Commercio, iniziando così l'attività concorrenziale verso Felice Croci (1880-1934), nella riproduzione di opere d’arte e di architetture cittadine. Nel 1923 l'atelier fu spostato dall'abitazione privata di Achille allo stabile di via Piave 22 (oggi via Clavature). Qualche anno più tardi (1932) venne inoltre mutata la ragione sociale in A. Villani & Figli, dato che oltre al primogenito Vittorio (1905-1970), vi collaborava anche il secondo figlio Corrado. Lo studio si trasferì nuovamente nel 1935 in un locale più grande al civico 17 di via S. Stefano (nel complesso delle case Bovi-Beccadelli-Tacconi, restaurate qualche decennio prima da Alfonso Rubbiani), in quella che diverrà la sede definitiva. Dopo la morte del padre Achille, avvenuta il 6 aprile 1945, i tre figli Vittorio, Corrado e Aldo rifondarono nel novembre del 1949 in una società in nome collettivo la ditta A. Villani & Figli (poi dal 1953 mutata in S.r.L.). Vittorio ricoprì sempre il ruolo di a
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634076
  • NUMERO D'INVENTARIO N_000681
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul pergamino: recto - ACHILLE VILLANI/ FOTOGRAFO/ BOLOGNA/ Via S. Stefano, 17 (Palazzo Tacconi)/ TELEFONO 20802/ N. 7875/ B. V. 78/ Madonna fiamminga del/ Collegio Alberoni/ di Piacenza/ CLIENTE/ Madonna del Van Eych/ OGGETTO/ OSSERVAZIONI/ STAMPE N./ CONSEGNA IL -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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