Modena, Galleria Estense/ Busto di L. Belliardi/ di A. Begarelli
negativo servizio,
1937 - 1937
Podio (notizie 1920 Ca. – 1975 Ca)
notizie 1920 ca. – 1975 ca
Begarelli, Antonio (1499-1565)
1499-1565
Il servizio fotografico è costituito da 9 lastre alla gelatina di formato 13 x 18 tutte verticali. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola
- OGGETTO negativo servizio
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SOGGETTO
Italia - Emilia Romagna - Modena – Galleria Estense
Scultori italiani - Sec. 16. – Begarelli, Antonio
Busto di Lionello Beliardi – Scultura – Sec. 16
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Podio (notizie 1920 Ca. – 1975 Ca): fotografo principale
Begarelli, Antonio (1499-1565): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa di San Francesco è una delle più antiche di Modena: il suo impianto originale risale al 1244, ma all'inizio del Cinquecento fu parzialmente ricostruita a causa di un forte terremoto. Nel 1807 la chiesa fu sconsacrata e ridotta a ricovero dei cavalli della cavalleria napoleonica. E’ noto che le truppe francesi distrussero a colpi di martello il Monumento Beliardi, opera che fu commissionata nel 1528 ad Antonio Begarelli da Giacomo Belleardi (o Beliardi). Di questo Monumento non si possiedono testimonianze, né disegni né stampe. Solo la descrizione che l’avvocato modenese Giulio Besini fece dopo la demolizione, ci consente di ricostruirne l’aspetto. Gli elementi superstiti della tomba sino al 2007 furono: Ritratto di Lionello e Testa di angioletto conservati alla Galleria Estense e Testa d’angelo custodita al Museo Civico d’Arte di Modena. Nel 2007, i lavori di manutenzione straordinaria e consolidamento statico della chiesa di S. Francesco a Modena, hanno portato alla luce altri 440 frammenti del Monumento funebre Beliardi eseguito da Antonio Begarelli. Il servizio fotografico in esame presenta più visioni del Ritratto di Lionello Beliardi prima del restauro. Il servizio è stato realizzato dal restauratore Podio (Decio o Enrico) nel 1937. Quella dei Podio fu un’importante famiglia di restauratori di dipinti che nel corso del Novecento operò, per tre generazioni, nelle principali città italiane. L’attività fu avviata a Roma nella seconda metà dell’Ottocento da Publio Podio. Il mestiere venne appreso dai figli Decio (del quale non si conoscono gli estremi cronologici), Luigi ed Enrico che aprirono laboratori di restauro in diverse città. L’attività di Decio a Bologna risale alla fine degli anni Venti; in precedenza aveva lavorato come restauratore a Venezia insieme al fratello Enrico Podio. Nel 1975 Decio con il figlio Benito (Venezia 1925 – Grizzana Morandi 1993) si trasferì nel laboratorio bolognese in Palazzo Fantuzzi, in via S. Vitale 23, dove iniziò la collaborazione con Manuela Mattioli, incaricata di occuparsi dell’integrazione pittorica dei dipinti. Decio e Benito Podio, si occuparono prevalentemente del restauro di dipinti su tela e su tavola eseguendo parchettature, foderature ed intelaiature tecnicamente ineccepibili, realizzate secondo le norme di una tradizione artigiana che si affidava ancora all’occhio clinico e all’esperienza, lontana dalle moderne tecniche diagnostiche e d’intervento. L’alta qualità dei loro interventi emerge anche dalle parole di Alessandro Conti, che nel suo “Manuale di restauro” rileva che “la nostra immagine del quadro foderato si è formata sui lavori di restauratori di indiscussa bravura come (...) Decio e Benito Podio di Bologna” (ed. 2004, p. 158). Tra gli interventi “importanti” si ricorda la foderatura eseguita nel 1956 da Decio Podio sulla Madonna dei Pellegrini di Caravaggio; le indagini condotte sull’opera nel corso del recente restauro hanno giudicato ancora soddisfacenti le condizioni del supporto. Consuetudine che accompagna la pratica di restauro è la documentazione fotografica sull’opera, per mantenere memoria dello stato conservativo precedente, per individuare criticità o peculiarità e per rilevare il tipo di intervento eseguito. Anche i Podio si rivolgono, a Roma come a Bologna, a studi fotografici specializzati in riprese di opere d’arte e lasciano sedimentare nel corso del tempo un archivio personale che procede di pari passo con la loro attività professionale. In molti casi però, preferiscono eseguire personalmente le riprese delle opere restaurate lasciando ai laboratori fotografici solo le incombenze di sviluppo e stampa
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634064
- NUMERO D'INVENTARIO da N_000497 a N_000504/ N_000512
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul pergamino della lastra inv. N_000497: recto - R. SOPRINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE B SCAF. VI N. 59/ INVENT. N. 7655/ LUOGO: Modena, Galleria Estense/ MONUMENTO Busto di A. Belliardi/ di A. Begarelli/ STAMPE N./ FOTOGRAFO Podio, 1937/ OSSERVAZIONI -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0