Castell'Arquato/ Chiesa Collegiata:/ Absidi e campanile
Riprese della collegiata di Santa Maria di Castell'Arquato dopo i restauri (4 lastre)

negativo servizio, 1937/11 - 1937/11
Podio (notizie 1920 Ca. – 1975 Ca)
notizie 1920 ca. – 1975 ca

La lastre presentano una vignettatura negli angoli superiori, dovuta al decentramento sull’asse verticale, dell’obiettivo rispetto al piano focale. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola. I pergamini delle lastre N_000455, N_000456 e N_000457 non riportano l'intestazione della Soprintendenza, perchè ricavati da buste pergamine di formato maggiore

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna – Castell’Arquato – Collegiata di Santa Maria
    Architetture – Absidi – Campanili - Restauri
    Edifici di culto – Chiese romaniche – Chiostri - Sec. 12-13
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Podio (notizie 1920 Ca. – 1975 Ca): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La costruzione della chiesa di Santa Maria risale al 758, mentre il piccolo chiostro annesso al complesso, è della fine del XIII secolo. Verso la metà dell’Ottocento la facciata in tufo della chiesa collegiata, conservava ancora le sue linee primitive, ma internamente mostrava i segni degli interventi subiti nei secoli precedenti. A partire dal 1899, il complesso della collegiata di Castell'Arquato è sottoposto a numerosi restauri. Gli ultimi risalgono al 1935 e riguardano la sostituzione della volta settecentesca con un nuovo tetto con capriate di legno e il restauro del chiostro su progetto di Giuseppe Ulisse Arata. Già nel 1932, fu istituito il museo della collegiata in alcune salette appositamente ricavate nei vecchi locali al lato sud-est del chiostro. Il servizio fotografico è stato realizzato dal restauratore Podio (Decio o Enrico) nel 1937: le immagini, infatti, mostrano l’architettura interna ed esterna della collegiata di Santa Maria complete dei restauri effettuati nel 1935. Nonostante il pergamino della lastra N_000454 non riporta l’indicazione della data e dell’autore Podio, si decide di includerla nel servizio in esame per analisi storica e uniformità tecnico-formale (vignettatura data dal decentramento dell’obiettivo rispetto al piano focale). Le due immagini N_000455 e N_000457 furono pubblicate nel 1940 a corredo del paragrafo Cronaca dei Ritrovamenti e dei Restauri nella rivista Le Arti (1938-1943) edita dal Ministero dell’Educazione Nazionale (fascicolo III, pag. 212). Quella dei Podio fu un’importante famiglia di restauratori di dipinti che nel corso del Novecento operò, per tre generazioni, nelle principali città italiane. L’attività fu avviata a Roma nella seconda metà dell’Ottocento da Publio Podio. Il mestiere venne appreso dai figli Decio (del quale non si conoscono gli estremi cronologici), Luigi ed Enrico che aprirono laboratori di restauro in diverse città. L’attività di Decio a Bologna risale alla fine degli anni Venti; in precedenza aveva lavorato come restauratore a Venezia insieme al fratello Enrico Podio. Nel 1975 Decio con il figlio Benito (Venezia 1925 – Grizzana Morandi 1993) si trasferì nel laboratorio bolognese in Palazzo Fantuzzi, in via S. Vitale 23, dove iniziò la collaborazione con Manuela Mattioli, incaricata di occuparsi dell’integrazione pittorica dei dipinti. Decio e Benito Podio, si occuparono prevalentemente del restauro di dipinti su tela e su tavola eseguendo parchettature, foderature ed intelaiature tecnicamente ineccepibili, realizzate secondo le norme di una tradizione artigiana che si affidava ancora all’occhio clinico e all’esperienza, lontana dalle moderne tecniche diagnostiche e d’intervento. L’alta qualità dei loro interventi emerge anche dalle parole di Alessandro Conti, che nel suo “Manuale di restauro” rileva che “la nostra immagine del quadro foderato si è formata sui lavori di restauratori di indiscussa bravura come (...) Decio e Benito Podio di Bologna” (ed. 2004, p. 158). Tra gli interventi “importanti” si ricorda la foderatura eseguita nel 1956 da Decio Podio sulla Madonna dei Pellegrini di Caravaggio; le indagini condotte sull’opera nel corso del recente restauro hanno giudicato ancora soddisfacenti le condizioni del supporto. Consuetudine che accompagna la pratica di restauro è la documentazione fotografica sull’opera, per mantenere memoria dello stato conservativo precedente, per individuare criticità o peculiarità e per rilevare il tipo di intervento eseguito. Anche i Podio si rivolgono, a Roma come a Bologna, a studi fotografici specializzati in riprese di opere d’arte e lasciano sedimentare nel corso del tempo un archivio personale che procede di pari passo con la loro attività professionale. In molti casi però, preferiscono eseguire personalmente le riprese delle opere restaurate lasciando ai laboratori fotografici solo le incombenze di sviluppo e stampa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634047
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000454 a N_000457
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul pergamino della lastra inv. N_000454: recto - R. SOPRINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE B SCAF. V N. 24/ INVENT. N. 8394/ LUOGO: Castell'arquato (Piacenza)/ MONUMENTO: Chiesa Collegiata/ Chiostro/ STAMPE N./ FOTOGRAFO/ OSSERVAZIONI -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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