Antico Testamento/ emblema

decorazione pittorica, ca 1600 - ca 1720

Al centro della volta due dipinti murali raffiguranti: Giacobbe e Rachele al pozzo e Lot e la famiglia in fuga da Sodoma. Nel retroprospetto, al centro, il sacrificio d'Isacco; Abramo e tre angeli sul lato sinistro; Tobiolo e l'angelo sulla parete di fondo a sinistra; il sogno di Giacobbe sulla parete di fondo al centro; un globo a destra, un'ara votiva sul lato sinistro, una spada nel retroprospetto a destra e un'aquila nel retroprospetto a sinistra, emblemi della famiglia marchesale

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
  • LOCALIZZAZIONE Castelluccio Inferiore (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione aderisce a un manierismo pittorico che trova, sia pure filtrato attraverso la cultura locale, vasta eco a Napoli attraverso le opere dei due protagonisti del tempo: i fiorentini Michelangelo Noccherino e Pietro Bernini. Gli affreschi insieme agli stucchi, alle cornici, alle modanature costituiscono un tipico apparato decorativo seicentesco. Gli affreschi, meglio conservati rispetto a quelli presenti nella 'sala della Genesi' evidenziano ancora una volta, un linguaggio dialettale e popolaresco. La trasformazione del soggetto sacro in "scene di genere" reso con accentuato naturalismo permette di trasformare le scene religiose in accadimenti "quotidiani". La definizione plastica delle figure, connessa a marcati passaggi chiaroscurali traduce, senza originalità, in moduli accademizzati e provinciali i fatti della cultura napoletana, irrigidendo il disegno e rendendo mediocre l'esecuzione. Si parla ancora una volta, quindi, di quel fenomeno di "accademizzazione del barocco" come è stato definito dalla critica moderna, svoltosi in molti casi tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento e protrattosi nella provincia del Regno. Gli eventi sacri acquistano nei dipinti del Palazzo Marchesale, una resa, diremo 'elementare', per poter essere accessibili "ai ceti popolari e subalterni della comunità dei credenti". L'aspetto mansueto, privo di turbamenti che caratterizza le opere di Angelo Galterio ci permette di poterne supporre la paternità. La torsione dei corpi, la resa dei panneggi, la carenza sotto il profilo prospettico, l'impostazione classicistica, sono elementi affini alle opere che l'artista calabrese firma nella chiesa di San Nicola nel 1731. Solo un intervento di restauro, tuttavia, potrà meglio definirne l'attribuzione e la collocazione cronologica, la quale, qualora fosse accertata, sposterebbe la datazione ai primi decenni del Settecento, quando il Galterio realizzò gli affreschi che ornano la navata centrale della chiesa madre, rappresentanti storie del Vecchio e Nuovo Testamento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700167108-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1600 - ca 1720

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE