assunzione della Madonna

dipinto,

Il dipinto a olio su tela, raffigura l'Assunzione della Madonna

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Melani Giuseppe (1673/ 1747)
    Melani Francesco (1675/ 1742)
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela centinata raffigurante la Madonna Assunta e angeli è un'opera attribuita concordemente all'attività giovanile dei fratelli Melani, Giuseppe e Francesco. Proviene dai matronei della Primaziale, ed aveva una funzione scenografica in quanto veniva innalzata sopra il presbiterio e lì lasciata in sospensione durante le celebrazioni dell'Assunta, cui la Cattedrale è dedicata, la festa più solenne che in passato venisse celebrata in Duomo. Un tempo sospesa al centro dell'arco trionfale, costituiva l'elemento più importante di un sontuoso apparato che si ergeva in Duomo durante i suddetti festeggiamenti. L'interno della cattedrale era allora completamente trasformato da una sfarzosa illuminazione formata da migliaia di candele, sostenute da torce, festoni e cartigli a forma di conchiglia, stelle, appoggiate alle colonne o pendenti tra queste e dai matronei. Autori della scenografia nelle edizioni allestite durante il Settecento furono il fratelli Melani. Nel Theatrum del Martini esiste un'entusiatica e minuziosa descrizione dell'apparato, corredata da una tavola nella quale questa tela con l'Assunta è perfettamente riconoscibile. Fatto importante, poiché il Martini ha pubblicato il suo volume nel 1705, l'anno costituisce il terminus ante per la datazione del dipinto. L'Opera della Primaziale Pisana lo acquistò nel 1914 presso la bottega antiquaria Gucci e Lupetti di Pisa al prezzo di L. 110. Inoltre, i Melani furono autori delle incisioni per le illustrazioni del Theatrum, così che la riproduzione di una loro opera, da essi eseguita, avvalora un'attribuzione concordemente accettata dalla letteratura artistica. L'Assunta opera giovanile, forse la prima dei Melani, poco più che ventenni. L'esempio tenuto presente, ed è ovvio data la destinazione, è quello della figura della Madonna dipinta nella cupola della Primaziale da Orazio Riminaldi, dalla quale i due fratelli desumono la sigla vorticosa e rotante, temperata da un naturalismo aggraziato ed idealizzato. Del resto, studi del particolare della Vergine li avevano tentati anche altrove, per esempio nella tavola del Theatrum del Martini dove è rappresentata la cupola, la cui pittura viene consapevolmente ridotta alle componenti essenziali, e soprattutto alla figura della Madonna, che ne costituisce il fulcro ottico e tematico. Non era dunque sfuggito ai Melani che il Riminaldi aveva volutamente mirato a connettersi con quella tradizione romana che, superato l'esempio classico delle cupole parmensi, aveva nella composizione isolato un perno visivo essenziale, che l'osservatore è in grado di cogliere immediatamente; basta pensare alla cupola dipinta dal Cigoli nella cappella Paolina a S. Maria Maggiore a Roma, e soprattutto quella del Lanfranco in S. Andrea della Valle a Roma. Questa capacità di riscontrare le ragioni interne che motivano le novità linguistiche di un testo preso a modello, ci assicura che il discepolato presso il poco noto pisano Camillo Gabrielli, un mediocre cortonesco, sia stato poco più che un accidente biografico. Ma attraverso lui era possibile risalire alle grandi prove del Berrettini a Palazzo Pitti e anche alle decorazioni di Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi, e comprendere la carica innovativa di un Sagrestani, di un Alessandro Gherardini, di un Pier Dandini. La lontananza in cui veniva tenuto questo dipinto dagli occhi degli spettatori può spiegare la sua fattura rozza, ma essa appare meno compresibile se si considera la bellezza dell'Assunta di Orazio Riminaldi, da cui trassero ispirazione gli autori. Tale correlazione può essere facilmente verificata facendo un confronto stilistico con i due piccoli quadri conservati sempre nel medesimo Museo e collocati nella stessa parete: una replica della Testa dell'Assunta e il bozzetto preparatorio dell'intero affresco che ricopre la superficie interna della cupola della Cattedrale, entrambi del Riminaldi. Le fonti recitano che, durante i festeggiamenti dell'Assunta il Duomo rimaneva aperto tutta la notte tra il 14 e il 15 Agosto con un'affluenza di persone enorme perchè la suggestiva e sfarzosa illuminazione del suo interno era conosciuta ed ammirata anche fuori Pisa. Questa sorta di luminara doveva la sua celebrità non solo alla ricchezza e alla qualità delle fonti di luce accesse, tutte a cera, ma alla rapidità con cui tali lumi venivano contemporaneamente accessi, operazione eseguita da un gran numero di persone specializzate che agivano con tale sveltezza da non mancare mai di stupire il pubblico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900769110
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00769110
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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