Vaso Gonzaga. Vaso di bronzo a forma di calice
scultura
ca 1479 - ca 1485
Alari Bonacolsi Pier Jacopo Detto Antico (attribuito)
1460 ca./ 1528
Vaso di bronzo a forma di calice, sul cui corpo è rappresentato un bassorilievo. La parte che sembra il coperchio è ornata di foglie di acanto e trofei
- OGGETTO scultura
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MATERIA E TECNICA
Bronzo
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MISURE
Profondità: 10 cm
Altezza: 31 cm
Larghezza: 16 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Mantovano
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ATTRIBUZIONI
Alari Bonacolsi Pier Jacopo Detto Antico (attribuito): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense di Modena
- LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
- INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il vaso Gonzaga, oltre che costituire un capolavoro nel suo genere, è uno dei capisaldi per comporre l’attività dell’Antico e del rapporto coi suoi primi committenti. In questo caso si tratta di Gianfrancesco Gonzaga (Mantova, 1446-Bozzolo, 1496), capostipite di due dinastie principesche, quelle dei duchi di Sabbioneta e dei principi di Bozzolo e di sua moglie, Antonia del Balzo (Napoli, 1461 – Gazzuolo, 1538). Dal punto di vista strutturale l’opera è composta da sei elementi bronzei fusi separatamente, non tutti appartenenti alla concezione originaria (l'anello che circonda il piede è più recente; il 'Cupido con l'arco' - oggi rimosso e conservato nella cassaforte dei bronzetti - posto sul coperchio è anch'esso un'aggiunta). Gli ornati riprendono motivi all'antica, come, per esempio, il fregio continuo, ricco di una sequenza fitta di trofei d’armi. Appena sotto, sempre sulla spalla del vaso, sono collocate quattro grandi maschere, due maschili barbate e due femminili con lunghi capelli. Dalle bocche di queste si sviluppano festoni vegetali, composti da foglie di quercia, di palma e fiori di papavero. Ciascun festone si raccorda con una figurina femminile grottesca. Dalle quattro figurine grottesche penzolano altrettante tabule ansate, mentre dalle quattro teste pendono quattro scudi a pelta con imprese gonzaghesche: un crogiolo con cartiglio e il fulmine alato, entrambe imprese di Gianfrancesco Gonzaga; un cartiglio con la scritta «MAI PIV», impresa di Antonia del Balzo; infine, il sole raggiante dei Gonzaga, impresa legata al marchese Ludovico II, padre di Gianfrancesco. Sulla parte inferiore del vaso sfila un trionfo marino, in cui grande rilievo è dato alla figura di Nettuno, seguito da un gruppo di tritoni, nereidi ed eroti. Dal punto di vista stilistico il carattere di tale decorazione ha fatto rimandare a una relazione con la Zuffa degli dèi marini, una delle sette stampe tradizionalmente attribuite ad Andrea Mantegna. Ed effettivamente l’esordio dell’Antico non può non essere stato influenzato dal classicismo archeologico del Padovano. La presenza degli emblemi di Gianfrancesco Gonzaga e Antonia del Balzo e i temi amorosi – come il corteo di Tritoni e Naiadi che segue la coppia con Nettuno e Anfitrite - che appaiono sul vaso riconducono, con buona certezza, alla commissione dell'opera, legata, probabilmente, al matrimonio tra i due coniugi, celebrato il 17 luglio 1479 (è dunque verosimile che il vaso fosse ultimato intorno a questa data). Sulla base delle iniziali dipinte su uno dei cartigli Adolfo Venturi attribuì il vaso a un allievo di Benvenuto Cellini, Ascanio Mari da Tagliacozzo (Venturi 1882, pp. 100-101). Ma già a inizio Novecento Giulio Bariola, successivo direttore della Galleria Estense, propose il nome di Pier Jacopo Alari Bonacolsi, detto l'Antico, ipotesi che, in seguito, è stata accolta quasi unanimemente dalla critica (Trevisani, Gasparotto 2008, p. 132). Bibliografia Adolfo Venturi, La R. Galleria Estense in Modena, (Ristampa anastatica: Panini, Modena 1989), Toschi, Modena, 1882, pp. 100-101. Emma Zocca, La reale Galleria Estense di Modena, Roma, 1933, p. 15, fig. p. 55. Decorative Arts of the Italian Renaissance, 1400-1600, Catalogo della mostra (Detroit, Detroit Institute of Arts – 18 novembre 1958 4 gennaio 1959), The Detroit Institute of Arts, Detroit, 1958, p. 98. Augusta Ghidiglia Quintavalle, La Galleria Estense di Modena, Istituto poligrafico dello Stato, Roma, 1967, fig. p. 69. Augusta Ghidiglia Quintavalle, La Galleria Estense di Modena, Istituto poligrafico dello Stato, Roma, 1967, p. 24. Giorgio Bonsanti, Galleria Estense, Artioli, Modena, 1977, p. 76. La Galleria Estense di Modena: guida illustrata, Nuova Alfa, Bologna, 1987, p. 178. Von Allen Seiten Schon. Bronzen der Renaissance und des Barock, Catalogo della mostra (Berlino, Staatlichen Museen, 31 ottobre 1995 – 28 gennaio 1996), Braus, Heidelberg, 1995, pp. 163-164 n. 15. Anna Stanzani, Il Rinascimento, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI), 1998, fig. 4. Le ceramiche dei duchi d'Este. Dalla Guardaroba al collezionismo, Catalogo della mostra (Sassuolo, Palazzo Ducale, 17 settembre – 19 novembre 2000), Motta, Milano, 2000, p. 23. Giancarlo Malacarne, Sulla mensa del principe. Alimentazione e banchetti alla Corte dei Gonzaga, Il Bulino, Mantova, 2000, figg. pp. 162, 164. Maria Grazia Bernardini, La Galleria Estense di Modena. Guida storico-artistica, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI), 2006, p. 91 n. 51. Bonacolsi l'Antico. Uno scultore nella Mantova di Andrea Mantegna e Isabella d'Este, mostra a Mantova, Galleria e Museo di Palazzo Ducale, 13-09-2008/06-01-2009 , Electa, Milano, 2008, p. 132 n. 9. Emilio Negro, Andrea Mantegna. Le tre tavole della collezione Foresti, Artioli, Modena, 2010, fig. 10. Antico. The Golden Age of Renaissance Bronzes, Catalogo della mostra (Washington, National Gallery of Art, 6 novembre 2011 – 8 aprile 2012; New York, The Frick Collection, 1 maggio – 29 l
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800675951
- NUMERO D'INVENTARIO Inventario R.C.G.E. n. 2259
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
- ENTE SCHEDATORE GALLERIA ESTENSE
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0