Madonna e Santi
L'ancona lignea si compone di una ricca cornice architettonica entro cui trovano posto 23 statue a tutto tondo e da una predella che nasce dalla successione di campi quadrangolari e circolari. Una vivace cromia trova supporto nella doratura che riveste l'intero complesso. Si tratta di tre oridini di nicchie ad andamentoorizzontale che si dispongono con abbondanza di trafori, archi lobati, motivi a gattoni a destra e a sinistra di una sorta di asse centrale che, pur nella comunanza delle soluzioni iconografiche dell'ornato è di altezza maggiore e presenta tre nicchie più ampie che ospitano la Madonna, il Cristo e Dio Padre con il globo in mano. Il polittico è riserrato ai lati da due torricini cuspidati su cui poggiano l'angelo annunciatore e Maria annunciata. I santi nelle nicchie della teoria superiore sono a mezzo busto e di proporzioni più ridotte rispetto a quelli ubicati nel registro mediano, quasi a figura intera, e del registro inferiore, a figura intera
- OGGETTO ancona
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MATERIA E TECNICA
legno/ intaglio/ pittura/ doratura
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ATTRIBUZIONI
Burlengo Antonio (notizie 1434-1447): scultore
Bartolomeo Da Groppallo (notizie 1447-1454): pittore
Vecchia Giovanni (notizie Seconda Metà Sec. Xix-inizio Sec. Xx)
Grossi Ettore (notizie 1900)
- LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Stando il Tagliaferri (1964) già durante la visita Castelli del 1579 il polittico non si trovava più sull'altare maggiore per essere collocato durante i restauri di Mons. Rangoni (inizi del sec. XVII) che interessarono la zona absidale del duomo al di sopra degli stalli del coro sopra un altare di mattoni. Successivamente, a seguito del dipinto del Procaccini raffigurante il "Transito" ubicato in fondo al coro, passo sopra la porta principale della chiesa, sulla controfacciata, dove rimase sino all'epoca dei restauri, puntualmente visto e descritto in quella ubicazione da chi compilò le diverse guide locali. Documenti consultati da chi scrive, custoditi nell'Archivio della cattedrale (Libro delle deliberazioni, 1900-1906) indicano che tra il 6 luglio 1900 e il 17 agosto dello stesso anno si discusse circa la nuova sistemazione dell'ancona (detta giacente in Episcopio) che entro la fine dell'anno successivo fu posta dove ora la vediamo, previo restauro dei piacentini Giovanni Vecchia per gli intagli, Ettore Grossi per le superfici dipinte, che vi aggiunsero qualche statua mancante non ben specificata. In effetti lo stato di conservazione non doveva essere ottimale se già il Pollinari nel 1887 parlava di pezzi mancanti e di dorature da rifare. Spetta comunque allo Scarabelli la scoperta di un rogito notarile (benedetto de Cervis) datato 26 agosto 1447 mediante il quale il frate Alessio da Seregno, vescovo di Piacenza, e il capitolo della cattedrale si impegnavano con il maestro di legno Antonio Burlengo e il pittore Bartolomeo da Groppallo per l'esecuzione del polittico in esame. Tale documento venne più tardi pubblicato nella sua interezza (Ambiveri, 1879). Peraltro in precedenza allo Scarabelli lo si era detto opera del XIII secolo o dei "primi tempi della scultura gotica o forse greca (Cattanei, 1828), e ancora dopo il documento del 1447 lo si ritenne eseguito da un certo Tuschanus nel 1479 su commissione di Bartolomeo Lando, autore cui spetterebbe invece forse un primo restauro dell'ancona, o addirittura se si dà retta al Buttafuoco (1842) l'esecuzione di un'altra opera già ai suoi tempi scomparsa. Quanto ai due autori, dagli studi di Ambiveri, Mensi, Fiori sappiamo che il Groppallo forse di formazione genovese, si trovava nel 1414 a Genova, ma già nel 1422 nella chiesa di San Francesco a Piacenza e ancora attivo tra il 1455 e il 1456 per Sant'Antonio, mentre l'intagliatore Burlenghi era operoso nel 1422 per Sant'Antonio e nella collegiata di Castesangiovanni, realizzando opere sempre poi dipinte dal Groppallo. Stilisticamente il polittico si pone negli esiti della cultura tardogotica, imperante al di là di Firenze, in tutta la penisola italiana almeno sino alla metà del XV secolo, recuperando la profusione di oro, pinnacoli e gugliette care alla cultura lagunare espressa in Bologna tra il 1369-93 dal polittico scolpito dai veneti Jacobello e Pier Paolo delle Masegne e ponendosi in consonanza con il più tardo (1474) polittico di Borgonovo Val Tidone, realizzato dal lodigiano Lupis
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800267640
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0