gloria di San Nicola da Tolentino
L'affresco è stato strappato e riportato su tela, applicata a supporto rigido di poliestere espanso con spessore a nido d'ape. Al centro è la figura di San Nicola da Tolentino in piedi, in tonaca bruna; tiene col braccio il libro chiuso dalla copertina rossa a fregi dorati e con la mano un giglio. Appoggia i piedi sul globo ed è sostenuto da un angioletto drappeggiato di giallo chiaro e alucce rosate (l'altro è perduto). In alto, entro mandorle dorate, sono le figure a mezzo busto di Dio Padre, della Vergine e di S. Agostino, circondate da Cherubini che incoronano con diademi d'oro il Santo. S. Agostino ha piviale rosso, Dio Padre ha veste verde e manto rosso, la Vergine ha tunica rossa e manto azzurro. Rifiniture dorate sono nelle aureole. Il fondo è azzurro di cielo, ora molto consunto. In basso il paesaggio è appena accennato
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Loschi Bernardino (1460 Ca./ 1540)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico "Giulio Ferrari"
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Pio
- INDIRIZZO piazza dei Martiri, 68, Carpi (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai documenti è confermato che l'affresco, già sull'altare maggiore di San Nicolò (costruita nel 1495) venne riscoperto nel 1594 sotto un dipinto su tela dal quale era stato ricoperto in precedenza. Segato dal muro per motivi devozionali, fu trasportato su un altare laterale (v. Libro di tutti li legati annuali della V. Confraternita di S. Nicola da Tolentino, in Archivio Storico Comunale di Carpi/ Archivio Guaitoli, filza 10, fasc. 3, cc. 1,21). Con la demolizione di S. Nicolò, l'affresco fu trasportato nel 1771 nella vicina chiesa di S. Maria dei Bastardini. Qui rimase fino al 1901, quando la chiesa venne chiusa al culto. Staccato quindi nuovamente dal muro, fu portato su canniccio di gesso e rete metallica e depositato nel Museo. Il degrado risale a questo intervento (Pitture vecchie di Carpi; Guaitoli 1865; Sammarini; Tirelli 1900; Spinelli 1902). L'attribuzione al Loschi è in queste ultime citazioni ottocentesche e in studi successivi (Foresti 1912; Bollettino Arte 1914; Museo Carpi 1914; Ferrari 1931; Nannini 1953). Le notizie sull'antica ubicazione, sulle vicende, sui restauri furono raccolte in occasione del suo ultimo recupero da Garuti (in Mostra restauri 1978), il quale collega l'iconografia dell'affresco alla tavola dipinta da Raffaello ed Evangelista da Pian di Meleto per Città di Castello nel 1501 e forse diffusa attraverso stampe devozionali. Il carattere del Loschi risulta classicheggiante (vedi la rigida costruzione prospettica quattrocentesca) nonostante la lettura dell'opera sia resa difficile dal mortificante stato di conservazione. Il restauro del 1976, reso necessario dal fatto che il supporto in gesso non garantiva più una sicura conservazione dell'opera, è consistito in un nuovo strappo del dipinto e nel suo trasporto su supporto in poliestere. L'intervento ha inoltre interessato le grossolane ridipinture eseguite per nascondere le lacune dovute all'imperizia del restauratore ottocentesco: tolti i rifacimenti e lasciate le lacune maggiori, il restauro del 1976 è intervenuto sulle lacune minori, abbassandone i toni
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800233870
- NUMERO D'INVENTARIO depositi, n. 3
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 1973
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0