scena di vita agreste con pastore e mucche, asini e pecore

dipinto,

Il dipinto raffigura una tranquilla scena di vita agreste: sullo sfondo di un cielo nuvoloso e di un paesaggio, si vede un pastore di spalle e al centro vari animali. I colori sono scuri, spicca solo il bianco del cielo e del vello di alcuni animali. Cornice liscia, modanata e dorata

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiammingo Ambito Romagnolo
  • ATTRIBUZIONI Roos Philipp Peter Detto Rosa Da Tivoli (maniera)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE palazzo Prati Savorelli
  • INDIRIZZO corso Armando Diaz, 49, Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Scorrendo gli inventari ottocenteschi della collezione Prati Savorelli si evince il gradimento dei nobili romagnoli verso la pittura di genere e, in particolare, per le scene pastorali. In questi elenchi ricorre l’indicazione di “Quadretti di paesaggi con animali”, altrimenti segnalati nella “Nota di quadri appartenenti al Cre Giuseppe Savorelli […]” di “Scuola Fiamminga / Quattro quadretti d’animali / 0.41 x 0.32” (numero d’ordine 12). E ancora nella perizia Berretta: “Quattro quadretti Fiamminghi rapprti animali” o “Paese con figure di Animali in Num. di quattro / Fiamminghi” di “altezza 1 ½” e “lunghezza 2” (unità di misura ipotizzata 1=22 cm circa). In questo nucleo è plausibile includere il presente dipinto, tenendo anche conto che le misure non divergono di molto. L’assegnazione all’ambito ‘fiammingo’ trova poi un riscontro con la maniera di Rosa da Tivoli, il celebre pittore di armenti Philipp Peter Roos (Francoforte sul Meno, 1655 o 1657 – Roma, 1706), a cui diverse pitture Prati Savorelli rimandano stilisticamente. Di origini tedesche e una volta trasferitosi nell’Urbe capitolina, Rosa da Tivoli segue la scuola di Giacinto Brandi, ma trovando un mercato molto ricettivo sfrutta la propria abilità nel restituire pittoricamente gli animali. Seguendo tale inclinazione, entra nella cerchia Schildersbent, composta principalmente da olandesi e fiamminghi, con l’appellativo di Mercurius per essere velocissimo nella esecuzione. L’opera di Roos diviene, dunque un modello per il genere, anche perché resa famosa da una condotta di vita spregiudicata e bizzarra: tra il 1684 e il 1685 acquista una “sgangherata” dimora, denominata “Arca di Noè”, popolata dagli animali immortalati nei dipinti. Il suo nome compare nello “Elenco di Quadri appartenenti alla M.a D.re Contessa Chiara Prati Ved.a Savorelli valutati oggi 23 Genn.o 1902 dal Illmo Sig. Prof Cav.e Anacleto Guadagnini”, associato a due quadri raffiguranti “Animali”. Questi potrebbero corrispondere alle due “Figure campestri ed Animali di “altezza 5 ½” e “lunghezza 7 ½” (unità di misura ipotizzata 1=22 cm circa), indicati nel registro Berretta. Infine, nella “Nota dei quadri esistenti in Forlì” (1863 post quem) sono attribuiti a “Fiamminghi maniera di Berghem” tre “Paesi con animali” di cm 41 x 32 (ritorna quindi la medesima misura del gruppetto di quattro tele)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800052284
  • NUMERO D'INVENTARIO 216
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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