volta, elemento d'insieme di Bertani Giovanni Battista (attribuito), Ligorio, Pirro, Ligorio, Pirro (attribuito) - bottega mantovana (terzo quarto sec. XVI)

volta, 1573 - ca 1574

Volta a padiglione ornata da incorniciature in stucco dorato che definiscono spazi decorativi di varia forma: al centro della volta è collocato un comparto ovale con doppia cornice, sulla quale si impostano due grandi fiocchi su foglie d'acanto in stucco dorato; tali elementi raccordano la cornice esterna dell'ovale alla cornice dei due grandi comparti in forma di lunetta posti al centro dei lati maggiori della copertura, ognuno caratterizzato da un ulteriore comparto centrale di forma circolare. Altri quattro comparti ovali, posti all'interno di altrettante cornici a quattro lati di forma irregolare, occupano (due a due) i lati minori della volta: al centro di ciascun lato minore si apre una lunetta sormontata da vela; ai quattro angoli della volta si dispongono altrettante coppie di lunette minori sormontate da vele. La decorazione in stucco dorato, articolata in cornici, continua nella parte superiore dello sguincio della finestra aperta su lato occidentale della camera

  • OGGETTO volta
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
    intonaco/ pittura a fresco
    stucco/ doratura
    stucco/ modellatura
  • ATTRIBUZIONI Bertani Giovanni Battista (attribuito): architetto
    Ligorio, Pirro (1513 (?)-1583): inventore
    Ligorio Pirro (attribuito): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 6/ Studiolo
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Due lettere, del 13 e del 14 maggio 1573, con cui Teodoro Sangiorgio, supervisore dei lavori di decorazione dell'appartamento di Guglielmo in Corte Nuova, informa il duca dell'arrivo a Mantova di Pirro Ligorio, all'epoca artista e antiquario al servizio di Alfonso II d'Este a Ferrara (ASMn, A.G., b. 2589, in Marani 1965, p. 28, p. 34; Tellini Perina 1965, p. 379; Bazzotti, Berzaghi 1986, pp. 13-18) consentono di ricostruire in parte il programma decorativo dello studiolo e, in particolare, della volta del piccolo ambiente. Nella missiva del 14 maggio, infatti, così Sangiorgio specifica i soggetti della decorazione proposta da Ligorio: “Per il studio poi [Ligorio] ha pensato che nel mezo dela volta si possa mettere come la memoria (la qual serve princip[alment]e alle scienze) nacque dal cappo di Giove et ne gli altri campi gli inventori delle scienze”. La volta, probabilmente mai conclusa, non reca oggi traccia di soggetti dipinti o modellati in stucco: i vari comparti, definiti da originali incorniciature in stucco dorato, sono decorati internamente da motivi a finti marmi venati di tono avorio-rosato probabilmente frutto di restauro novecentesco (Bazzotti, Berzaghi 1986, p. 18). Come specifica Koering (2013, p. 364) in relazione alle parole di Sangiorgio, Mnemosyne, personificazione della Memoria, generalmente considerata figlia di Gaia (Terra) e Urano (Cielo), si unì a Zeus generando le Muse: per questo, l'indicazione di “Memoria” nata dal capo di Giove potrebbe piuttosto riferirsi alla nascita della dea Minerva, partorita appunto dalla testa del dio. Gli “ inventori delle scienze” previsti negli altri campi avrebbero potuto coincidere con divinità, personaggi mitologici e pensatori considerati “padri” delle varie branche del sapere. In merito alla volta L'Occaso (2013, p. 184) segnala tre disegni di Pirro Ligorio in forma di lunetta relativi ad allegorie delle scienze (“Matematica”, Chatsworth, Coll. Devonshire, inv. 1066; “Geometria”, Lione, Musée des Arts Decoratifs, inv. 442/a; “Geografia e Astronomia”, Parigi, Musée du Louvre, inv. 9686), che potrebbero riferirsi al progetto di decorazione ideato dall'artista. Risparmiato dall'occupazione militare durante la Prima Guerra Mondiale ma in grave stato d'abbandono, lo studiolo fu integralmente restaurato tra 1927 e 1931 sotto la direzione di Clinio Cottafavi (cfr. Cottafavi 1931). Notevoli danni presentava la volta dell'ambiente, a causa delle infiltrazioni dalle stanze “delle balie” superiori, prive di serramenti; i lavori murari “si limitarono alla chiusura completa della canna di un caminetto, già murato alla bocca, aperto nella parete orientale non avendosi nessuna indicazione per una ricostruzione, nonché all'otturamento completo del vano di una porticina già per metà murata che immetteva nella sala dei Duchi”. Arturo Raffaldini, responsabile del restauro pittorico, procedette a un “cauto accompagnamento, a dorature e a finti marmi, degli stucchi e degli intonaci rimessi”
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267679-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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