decorazione plastico-pittorica, 1573 - ca 1574

Ambiente a pianta rettangolare comunicante, per mezzo di due brevi passaggi accessibili sul lato settentrionale, con la camera delle Virtù e l'anticamera o loggia del Tasso e dotato di una finestra sul lato occidentale, verso il cortile dei Cani o dei Giarelli. La volta è compartita da incorniciature in stucco dorato e decorata da motivi a finti marmi venati; alle pareti, immediatamente sotto l'imposta della volta, corre un fregio in stucco bianco entro cornici dorate; al di sotto del fregio le pareti presentano una decorazione murale a finti marmi colorati. Sul lato settentrionale della camera si apre una nicchia a pianta rettangolare caratterizzata da copertura a tre cassettoni decorati da cornici in stucco dorato e alle cui pareti prosegue la decorazione pittorica a finti marmi colorati propria delle restanti pareti dello studiolo

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
  • AMBITO CULTURALE Bottega Mantovana
  • ATTRIBUZIONI Bertani Giovanni Battista (attribuito): architetto
    Ligorio, Pirro (1513 (?)-1583): inventore
    Ligorio Pirro (attribuito): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 6/ Studiolo
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La studiolo è parte del cosiddetto Appartamento del Tasso composto, oltre che dall'ambiente in esame, dall'anticamera o loggia del Tasso, dalla camera delle Virtù e da una cappella e altri spazi funzionali collocati ad un livello superiore. L'appartamento, la cui denominazione tradizionale deriva dalla credenza che qui avesse brevemente soggiornato il poeta Torquato Tasso, rientra nel complesso dell'Appartamento Grande di Corte Nuova (o di Castello): nucleo della reggia gonzaghesca che si configura come risultato di una complessa genesi architettonica, segnata in parte da riutilizzo, adattamento e demolizione di preesistenze, in parte da costruzioni ex novo. Lo formano le sale di Manto, dei Capitani e dei Marchesi, gli ambienti dell'Appartamento del Tasso, la sala dei Duchi, l'anticamera dei Duchi e ambienti di passaggio, organizzati intorno al cortile pensile dei Cani. L'appartamento, ideato e complessivamente realizzato durante il ducato di Guglielmo Gonzaga, spetta alla progettazione del prefetto delle fabbriche ducali Giovan Battista Bertani (1549-1576) ed è frutto di un disegno volto a collegare e funzionalizzare aree di corte disaggregate, quali la Rustica, l'Appartamento di Troia in Corte Nuova, il Castello di San Giorgio. Qui il duca Guglielmo fissò la propria dimora almeno fino alla seconda metà degli anni Settanta, quando iniziano ad essere documentati lavori di riadattamento in Corte Vecchia, eletta a nuova abitazione. Se le sale dei Marchesi e dei Duchi, con l'interposto Appartamento del Tasso, costituiscono, nel complesso, un'addizione architettonica sul lato della reggia verso il lago Inferiore, nella quale è riproposto uno sviluppo verticale degli spazi (pubblici al piano nobile, strettamente privati al piano superiore) analogo a quello già attuato nell'Appartamento di Troia (L'Occaso 2009, p. 65, p. 109), i restanti ambienti sono certamente innestati su costruzioni preesistenti (cfr. Schiavi 1929; Cottafavi 1936 [1963]; Rodella 2003 con bibliografia precedente): ad attestarlo intervengono evidenze strutturali e lacerti di decorazioni pittoriche. La sala dei Capitani, ad esempio, è frutto della radicale trasformazione di un precedente ambiente – parte dell'appartamento da celibe di Federico II Gonzaga, a cavaliere del Castello e della Corte Nuova – ricavato nel tardo-trecentesco revellino di San Nicolò, come testimonia, tra l'altro, un fregio ad affresco strappato dalle pareti della soffitta nel 1971 (L'Occaso 2011, p. 157, nn. 109-116). Stessa datazione, fissata al 1520-1525, spetta a un secondo fregio proveniente dalla soffitta della sala di Manto, come il precedente strappato nel 1971 e oggi custodito nei depositi del Museo di Palazzo Ducale (L'Occaso 2011, p. 156, nn. 105-108). Tra i primi ambienti dell'appartamento ad essere conclusi nella loro parte strutturale (1572-1573) sono la loggia e i camerini detti del Tasso, per il cui programma iconografico è chiamato, nel 1573, l'architetto e antiquario Pirro Ligorio. I lavori di decorazione plastica e pittorica dell'intero appartamento sono scalati nell'ottavo e nono decennio del secolo: a chiuderli è la collocazione dei cicli di tele di Jacopo Tintoretto e bottega nelle sale dei Marchesi e dei Duchi (1580 ca.) e di Lorenzo Costa il Giovane nella sala dei Capitani (1581-1583). Dal punto di vista delle maestranze coinvolte nella decorazione si osservano varie estrazioni culturali: al coinvolgimento di artisti mantovani – su tutti, Lorenzo Costa il Giovane –, si accompagna la chiamata di plasticatori emiliani e veneti, mentre l'affidamento alla bottega di Jacopo Tintoretto del ciclo di tele previsto nelle sale dei Marchesi e dei Duchi suggella decisamente l'impronta veneziana conferita agli ambienti di rappresentanza di Guglielmo. L'intervento del napoletano Pirro Ligorio è, invece, mirato all'ideazione di un complesso programma iconografico e, presumibilmente, alla definizione di tipologie decorative che mani locali attuano negli spazi riservati dell'appartamento ducale. Questi ultimi – camera delle Virtù, studiolo e cappella – costituiscono un'intima pausa all'interno della successione di ambienti dedicati ai fasti della casata gonzaghesca, la cui celebrazione in termini di munificenza verso la città di Mantova ha inizio nella sala di Manto. Il raccoglimento delle stanze dette “del Tasso” è connotato da immagini inerenti la sfera culturale ed etica: a gettare luce sul programma iconografico dell'appartamento sono due lettere, del 13 e del 14 maggio 1573, con cui Teodoro Sangiorgio, supervisore dei lavori di decorazione, informa il duca dell'arrivo a Mantova di Pirro Ligorio, all'epoca artista e antiquario al servizio di Alfonso II d'Este a Ferrara (ASMn, A.G., b. 2589, in Marani 1965, p. 28, p. 34; Tellini Perina 1965, p. 379): nonostante Marani e Tellini Perina riferissero erroneamente le lettere individuate agli ambienti di Corte Vecchia e non alle “sale nuove” – precisazione di fondamentale rilievo dovuta a Bazzotti, Berzaghi 1986 %
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267679-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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