calice, opera isolata - bottega bresciana (sec. XVIII)

calice,

Grande calice, impostato su base mistilinea molto mossa tendente all'esagono; piede con cornice digradante modanata decorata sui vertici smussati da volute, cornici e ricci con gruppi di fiori e pietre preziose (in parte mancanti). La superfice ad imbuto è tripartita da volute a riccioli contrapposti formanti tre cartelle con figure dorate applicate: la Vergine col Bambino in braccio, sulle nubi, ambedue col rosario in mano; Santa Lucia martire conla palma in mano e accanto un piatto con i due occhi; San Domenico seduto nelle nubi con un libro e ai piedi il cane con la face in bocca. Il fusto, che è avvitato al piede con una fascia con doppia perlinatura, presenta un nodo con la caratteristica forma a pera, tripartito, con applicazioni dorate molto sporgenti di fiori, pietre colorate e al centro un bottone a punta di diamante (uno è mancante).Il sottocoppa, molto elaborato, consta di tre cartelle tra ricche volute con applicati angioletti dorati reggenti strumenti della passione (tre chiodi, la corona di spine, il velo della Veronica), intervallati da ricci e conchiglie traforate con mazzi di fiori applicati e gemmati

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura/ doratura/ sbalzo
    diamante
  • AMBITO CULTURALE Bottega Bresciana
  • LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il calice è documentato negli Inv. post 1854 e 1932: "Un calice con patena e relativa busta del peso di 1 Kg. e grammi trenta di forma antica cesellato, con rapporti d'argento dorati, con tre statue rappresentanti S.Domenico, la Vergine del Rosario e una Santa. Donato da M.Canonico Scola a mons. Arciprete Rusca". Dunque donato dal canonico Scola (di cui non ho trovato notizie) all'arciprete Carlo Rusca del Duomo, commemorato da una lapide murata nell'ingresso della Cappella Del Crocifisso datata 1856. La provenienza dell'oggetto, arrivato quindi verso la metà dell'Ottocento nel tesoro del Duomo, non è nota. Il calice, con ricca e movimentata decorazione tardo-barocca, purtroppo un po' malconcio e mancante di varie pietre incastonate, può essere datato alla metà del Settecento, mentre la coppa è probabilmente di restauro, perchè marchiata col punzone dell' "incudine" (che garantisce il titolo dell'argento a 800 millesimi dopo le leggi francesi del 1810). La sigla dell'orefice, P.S. entro rettangolo, impressa due volte nella lastra che chiude il sottopiede, non è identificata.Correggo quanto scritto qui sopra: apprendo dal volume appena pubblicato "Orafi e argentieri bresciani nei secoli XVIII e XIX V 1988, p.143 di Renata Massa che l'impronto P.S in rettangolo è molto frequente in suppellettili sacre di Brescia; ipoteticamente l'autrice lo ascrive all'orefice Pietro Antonio Simoni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300205846
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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