San Bartolomeo nell'atto di Sanare gli storpi e altri ammalati

pala d'altare 1643 - 1643
  • OGGETTO pala d'altare
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 330
    Larghezza: 200
  • ATTRIBUZIONI Discepoli Giovan Battista Detto Zoppo Di Lugano (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Sacchi Andrea
    Lanfranco Giovanni
  • LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La bella tela, tipicamente seicentesca, di impasto corposo, avvolta in un profondo velo atmosferico, che rappresenta S. Bartolomeo nell'atto di sanare gli storpi e altri ammalati non ha ancora trovato una attribuzione convincente. Il primo storico che ne parla è Francesco Bartoli (in "La Pittura, scultura ed architettura delle Chiese e di altri Luoghi Pubblici di Bergamo", Vicenza 1774, p. 6), che la dice opera di Giovan Battista Discepoli detto lo Zoppo di Lugano (1490-1650 ca.) e questa attribuzione è rimasta incollata fino ai nostri giorni. Ma già Andrea Pasta (in "Le pitture notabili di Bergamo, che sono esposte alla vista del pubblico", Bergamo 1775, p. 110) la dice "opera ben concepita, toccata di gusto, forte e insieme limata, che viene attribuita ma senza positiva certezza a G. B. Discepoli". E aggiunge poi a piè di pagina, nella nota 2, una importante notizia: "Nell' archivio del convento dei Domenicani non si trova chi abbia dipinto il quadro di S. Bartolomeo; si sa solamente che il padre Costanzo Maria Ubiali da Verdello fece pagare al Reverendissimo Commissario del S. Ofizio in Roma l'anno 1643 lire 275 a conto del suddetto quadro, fatto quivi fare a sue spese per lo prezzo di 80 scudi romani". La nota del Pasta trova corrispondenza nel fatto che il Rev. Commissario del S. Uffizio in Roma in quegli anni era fra Giovanni Battista da Martinengo (in provincia di Bergamo), quindi un lombardo ben noto ai padri domenicani di San Bartolomeo, eletto il 7 luglio 1639 e morto nel novembre del 1649 (da P. Innocentio Taurisano 0. P., Hierarchia Ordinis Predicatorum, Romae 1916, p.74). Sappiamo pure che in attesa dell'arrivo del dipinto a Bergamo "p. Costanzo Maria da Verdello spese per far fare il telaro del quadro con ferri, et coperte di tela, corda e fatture L. 64" (P. Basilio Bottagisi, Cro-naca, 1643, f. 55 r.). Gli studiosi recenti non condividono l'attribuzione al Discepoli: Marco Bona Castellotti negli Scritti in onore di F. Zeri (II, 1984, p. 568) e nella biografia del Discepoli (in "Dizionario Biografico degli Italiani") lo dice " forse opera di un pittore emiliano seguace del Guercino"; altri, verbalmente, suggeriscono un pittore romano, della cerchia di Giovanni Lanfranco o Andrea Sacchi. Di quest'ultimo vi sono alcuni dipinti che presentano una notevole affinità con la pala di S. Bartolomeo di Bergamo: vedi il S. Antonio che resuscita un morto in Santa Maria della Concezione a Roma, ma soprattutto la pala d'altare della sagrestia della chiesa domenicana di Santa Maria sopra Minerva con la Crocifissione e i SS. Domenico, Tommaso d'Aquino, Pietro Martire, un padre domenicano e Caterina da Siena, datata negli anni tra il 1637-1642, "l'ultimo e forte momento dell'impulso barocco nell'attività del Sacchi". (A. d'AVOSSA, Andrea Sacchi, Roma 1985, p. 32; A. SUTHERLAND HARRIS, Andrea Sacchi, Pheidon-Oxford 1977, p. 79)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300202206-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1998
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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