Ritratto di infante di Casa Savoia
Il personaggio è rappresentato a tre quarti di figura, stante, con il viso rivolto verso l’osservatore. Porta una cuffia di pizzo arricchita da fiocchi. Indossa una veste dallo scollo quadrato, bordato di pizzo, analogamente alle maniche che scendono sino al gomito, realizzato in tessuto unito con passamaneria in filo d’argento. Sul petto pende una croce di brillanti trattenuta da nastro. Una mano poggia sulla gonna, l’altra trattiene del cibo che viene sporto a un volatile dal piumaggio scuro. Esso poggia su una console raffigurata scorciata. Un tendone funge da quinta alla scena, sulla destra. La tela è posta entro una cornice in legno intagliato e dorato di formato e luce ovale. Tipologia a cassetta. Battuta liscia. Fasce esterne modanate. Centrale liscia. Cimasa intagliata a nastro piatto che si sviluppa simmetricamente dal punto mediano
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 90 cm
Larghezza: 71 cm
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ATTRIBUZIONI
Clementi Maria Giovanna Battista Detta La Clementina (1690/ 1761): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Benché manchino iscrizioni per riconoscere compiutamente il personaggio rappresentato, i caratteri somatici, quelli della moda e della resa pittorica dell’opera, permettono di riconoscervi uno dei figli di Carlo Emanuele III, possibilmente tra quelli, numerosi, nati dal secondo matrimonio, ossia quello con Polissena d’Assia Rheinfels- Rotenburg (Langenschwalbach, 1706 – Torino,1735, celebrato nel 1724). La foggia della veste con ampia gonna fu indifferentemente utilizzata sia per i maschi che per le femmine sino a circa cinque anni di età, pertanto non è certo, diversamente da quanto ipotizzato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli nel 1951, il sesso dell’infante effigiato. Le forme dell’abito che richiama, anche per la presenza dei paramaniche, una marsina, potrebbe essere un elemento indicativo di un principino. La presenza del volatile di colore scuro, raffigurato sul lato sinistro della tela, potrebbe alludere alla morte del bambino raffigurato. Pertanto, potrebbe trattarsi di Emanuele Filiberto, duca d’Aosta (1731-1735) oppure di Carlo Francesco Romualdo, duca del Chiablese (giugno-dicembre 1733). La tela si colloca in una sala che venne riallestita all’inizio del Novecento, in una fase in cui, dopo decenni di abbandono e dopo l’assassinio di Umberto I a Monza, che determinò l’abbandono della villa lombarda come luogo di villeggiatura della famiglia reale, il castello di Racconigi fu oggetto di un nuovo interesse da parte dei Savoia. Gli appartamenti dell’area di ponente furono destinati a ospitare principi in visita o ospiti illustri. Successivamente, a partire dagli anni Trenta del Novecento, subirono ulteriori trasformazioni, dopo la donazione della residenza al principe ereditario Umberto II. La serie dei ritratti degli infanti di Casa Savoia di varia epoca qui posizionati, rientra, probabilmente, tra gli acquisiti effettuati da parte di Umberto II dagli anni Venti del Novecento per completare la quadreria dinastica
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399676
- NUMERO D'INVENTARIO R 5318
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5318 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0