Ritratto di Maria di Brabante

dipinto, post 1601 - ante 1650

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla. Il corpo è lievemente ruotato di tre quarti, il viso è rappresentato di profilo. Porta i capelli raccolti, la di sotto di una cuffia ricamato con perle e altri elementi preziosi. Indossa una veste con scollo quadrato, ornato da motivo a girali vegetali, che lascia vedere la camicia sottostante, con collo alto e tagli. Il corpetto e trapunto di perle e ricami floreali. Maniche a gioghi. Al collo un giro di perle con pendente a croce polilobata. Sfondo unito di colore bruno. Iscrizione su una righe in alto. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare, in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola. Battuta liscia. Fascia interna intagliata con motivo a losanghe. Fascia centrale liscia; esterna filettata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 62.5 cm
    Larghezza: 50.3 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, secondo quanto riportato dall’iscrizione, raffigura la seconda delle tre mogli del conte Amedeo V di Savoia (1249-1323). Nel 1297 ebbe luogo il matrimonio con Maria di Brabante (1280-1340), figlia di Giovanni I di Brabante e di Margherita di Dampierre o di Fiandra. Da questa seconda unione nacquero quattro figlie che vennero maritate con importanti principi europei appartenenti alla dinastia degli Asburgo, dei Paleologi e dei re di Boemia. L’iconografia della principessa, senza certi precedenti, appare del tutto inventata, sia nella definizione dei tratti somatici che dell’abbigliamento che ricalca caratteri della moda, sia nell’acconciatura che nella veste, della prima metà del XVI secolo. Il dipinto in oggetto, in considerazione di questo dato e degli aspetti formali, si deve ricondurre alla prima metà del XVII secolo. Non pare da escludere che possa essere stato realizzato sulla base di un più antico prototipo. Il dipinto è allestito all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399615
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5629
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a sinistra - R 5629 (giallo) - capitale - a stampa - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1601 - ante 1650

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE