ritratto di Margherita de’ Medici
dipinto
post 1601 - ante 1650
Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla, quasi frontale. Lo sguardo, lievemente strabico, è rivolto verso l’osservatore. Volto pingue. Porta in capelli raccolti sotto un rigido velo. Indossa una veste di colore nero al di sotto della quale si vede la camicia profilata da un colletto semitrasparente rigido di forma circolare. Sfondo neutro di colore bruno. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola. Battuta liscia. Unica fascia intagliata a larghe foglie di acanto stilizzate accostate
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 46 cm
Larghezza: 39 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Italia Settentrionale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La figura è rappresentata in età matura e in abiti vedovili. I caratteri dell’acconciatura, velo e veste, contraddistinta dal colletto rigido, riconducono alla moda della metà del XVII secolo, epoca alla quale si può riferire anche l’esecuzione del dipinto. L’artista che lo ha eseguito, attento nella resa degli elementi dell’abbigliamento, ha evidenziato anche, quasi impietosamente, la pinguedine del volto e lo strabismo degli occhi dell’effigiata. Per questi elementi, il personaggio raffigurato, pur in assenza di iscrizioni, difficilmente può essere ricondotto all’ìconografia delle principesse sabaude del ramo principale. In assenza di elementi distintivi appare assai difficile avanzare una plausibile identificazione. Si può ricordare che la pinguedine fu una caratteristica propria, nel corso del XVII secolo, delle principesse di casa Farnese, in particolare con Vittoria (Valentano, 1521-Urbino, 1602), figlia di Pier Luigi Farnese, duca di Parma e Piacenza, e di Gerolama Orsini, consorte dal 1548 di Guidobaldo II della Rovere, duca di Urbino, rimasta vedova dal 1574, oppure, in considerazione della pinguedine, di Margherita de’ Medici (Firenze, 1612-Parma, 1679), moglie del duca Odoardo Farnese, reggente nel 1635 di Piacenza e dell’intero ducato nel 1646, anno della morte del consorte, in considerazione della presenza di vari ritratti di esponenti della dinastia reggente il granducato di Toscana nella collezione del castello di Racconigi. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399562
- NUMERO D'INVENTARIO R 5553
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5553 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0