figura maschile cinese con elefante
Cassa a forma di tamburo posta sul dorso di un elefante e sormontata da una statuetta di cinese seduto con parasole aperto. L'elefante poggia su una base ellittica con profili scanditi a voluta che si sviluppano formando i sostegni. Cartelle smaltate. Tralcio vegetale con fiori pendente sui fianchi della cassa. Motivi fitomorfi sull'anello alla base della cassa. Decoro a fogliame sul piano della base.Montaggio: l'elefante, la cassa, la decorazione sui fianchi della cassa e la statuetta sono montati a vite.Quadrante su fondo di ottone stampato e dorato con 25 placchette in smalto bianco, quella centrale a forma circolare, 12 con le ore in numeri romani in blu, 12 con i minuti di cinque in cinque in cifre arabe. Lancette a punte romboidali traforate e fiorite. Lunetta a cerchi concentrici.Movimento: tipo Parigi, diametro 77 mm. Scappamento ad ancora larga (ancre en toit). Pendolo tipico con sospensione a molla di Brocot regolabile attraverso il quadrante. Forchetta con punte a invito. Bariletti dentati. Suoneria di ore e quarti del tipo progettato dai Japy
- OGGETTO orologio da mensola
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ doratura
METALLO
- AMBITO CULTURALE Manifattura Francese
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ATTRIBUZIONI
Japy Frères (1777/ Post 1879): orologiaio
Sola (attivo Prima Metà Sec. Xix): fornitore
- LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
- INDIRIZZO via Principe Tommaso, 22, Agliè (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esemplare proviene dalla villa dei duchi di Genova a Stresa, come risulta dall'inventario del 1890 che lo documenta nella sala di compagnia della duchessa Elisabetta; viene poi trasferito al castello di Agliè dopo il 1913, anno della vendita della villa e della conseguente dispersione degli arredi, ed è identificabile con il "pendolo in bronzo a elefante con figuta soprastante" ricordato nell'inventario del 1927 nella camera da letto degli appartamenti ducali. L'orologio ben esemplifica il gusto per le cineserie negli oggetti d'arredo, tornato in auge con il revival rococò tipico dell'epoca. In particolare, l'orogio si rifà ad un modello settecentesco di J. B. Baillon e, più in generale, a una tipologia di larga diffusione nel secondo Ottocento francese nella quale elefanti, tori o cinghiali sorreggono la cassa sormontata da figure cinesi o da putti (cfr. A. Paolino, in Orologi negli arredi del Palazzo Reale di Torino e delle residenze sabaude, a cura di G. Brusa, A. Griseri e S. Pinto, catalogo della mostra, Torino 1988, scheda 125, p. 316; Sotheby's, Fine French Furniture, Clocks, Works of Arts & Tapestries, catalogo dell'asta (Londra, 25 giugno), 1982, nn.61, 68; Sotheby's Belgravia, English Furniture Clocks and Watches, catalogo dell'asta (Londra, 28 maggio), 1980, n. 126, con un esemplare quasi identico).Il quadrante è una riproduzione del tipo preziosi usato per parecchi decenni nel corso del XVIII secolo (cfr. G. Brusa, in Orologi negli arredi del Palazzo Reale di Torino e delle residenze sabaude, a cura di G. Brusa, A. Griseri e S. Pinto, catalogo della mostra, Torino 1988, scheda 125, p. 316)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100216164
- NUMERO D'INVENTARIO 2884
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI sulla platina posteriore - 930 - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0