natura morta con frutta, selvaggina e crostaceo

dipinto, ca 1640 - ca 1660

Il dipinto presenta una cornice in legno intagliato e dorato priva di elementi decorativi. Raffigura una tavola imbandita con i seguenti oggetti (da sinistra verso destra sul fondo): un vaso con fiori, un fiasco, due bicchieri, un piatto ed un cestino con frutta e verdura. In primo piano selvaggina, uva, un piatto con grosso crostaceo arancione e due fichi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Castello Ducale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto sembra identificarsi con quello "rappresentante frutta, ed un gambaro" citato nella "Descrizione della Libreria, Mobili, e Quadreria esistenti nel Castello d'Agliè", redatta per la parte pittorica da Giovanni Adamo Wehrlin nel 1764 (Biblioteca Reale, Casa Savoia III/2), e dunque farebbe parte dell'antica collezione della famiglia San Martino d'Agliè. La natura morta si rifà alla cultura figurativa olandese e sembra riproporre impostazione, stilemi e anche oggetti da opere di Frans Snyders. Ad esempio il piatto ovale che ospita il grande crostaceo, la singolare foggia del canestro o del fiasco, il vaso con fiori si ripetono in molte opere autografe dell'allievo di Peeter Breughel (cfr. bibliografia di confronto). Il pittore, nato ad Anversa l'11 novembre 1579 e morto ivi il 19 agosto 1657, compì un viaggio in Italia nel 1608 e tornò in patria da Milano nell'anno successivo. Ebbe un grande successo come pittore di nature morte e di soggetti venatori, celebri sono le scene di lotte tra animali, tra cui la caccia al cinghiale (un originale della collezione Torlonia si trova oggi in deposito alla Camera dei Deputati ed un prodotto della sua bottega alla Presidenza del Cnsiglio) e al cervo. Data l'assenza di altri dipinti ritenuti autografi del maestro in Piemonte siamo propensi per ritenere la tela o l'opera di un altro maestro olandese (tra quelli documentati in cantieri decorativi e collezioni presenti sul territorio, in particolare la Galleria Sabauda) o come la riprosizione di tematiche nordiche da parte di uno locale che riprese soggetti allora in voga nelle corti nord-europee, più vicine al Piemonte dopo le nozze bavaresi del 1650 di Enrichetta Adelaide, figlia di Vittorio Amedeo I e Maria Cristina di Francia, a sua volta in stretti rapporti con il conte Filippo d'Agliè
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100199062
  • NUMERO D'INVENTARIO 259
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale del Castello Ducale, Giardino e Parco d'Agliè
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI retro, cornice, in basso a sinistra - 1265 su etichetta rettangolare in materiale plastico rosso - numeri arabi - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1640 - ca 1660

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE