PARAMENTO LITURGICO, frammento - manifattura piemontese (fine/ inizio secc. XIX/ XX)
Il parato, formato da un velo, una stola ed un manipolo, è confezionato in damasco di seta ecru, decorato con una struttura a maglie chiuse formate da carnose foglie arricciate, all'interno di ogni maglia si dispone, con andamento a scacchiera, un'infiorescenza creata da una grande foglia a ventaglio, sulla quale si staglia un fiorellino sostenuto da piccole foglioline; i punti di tangenza delle maglie sono sottolineati da palmette stilizzate intervallate, in senso orizzontale, da frutti di mela. Il troncone della stola e del manipolo sono, invece, eseguiti con damasco ecru decorato con grandi bouquet floreali I pezzi sono rifiniti con galloni in oro filato e seta gialla coordinati, decorati con un sinuoso tralcio di vite. La fodera è in taffetas sintetico crema marezzato
- OGGETTO PARAMENTO LITURGICO
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MISURE
Altezza: 53 cm
Larghezza: 51 cm
- AMBITO CULTURALE Manifattura Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il damasco illustra il perdurare, soprattutto in ambito ecclesiastico, di alcuni motivi ornamentali che vengono ripetuti, privi di varianti stilistiche per secoli ( si rimanda a C. BUSS, Un prezioso tessuto settecentesco di fattura lionese, in "Rassegna di studi e di notizie", 1983, Vol. XI, pp. 91-96). Fra le tipologie ornamentali maggiormente richieste si devono citare i disegni "a rete": la struttura compositiva ben si adattava alla foggia degli abiti liturgici ed esprimevano quella ricchezza e sontuosità richiesta dalla Chiesa (P. MARABELLI, La fortuna della tipologia disegnativa "a rete", in T. BOCCHERINI, P. MARABELLI, "Sopra ogni sorte di drapperia...". Tipologie decorative e tecniche tessili nella produzione fiorentina del Cinquecento e Seicento, catalogo della mostra, Firenze 1993, pp. 29-36). Il disegno del tessuto è di origine tardo seicentesca (si veda, ad esempio , D. DAVANZO POLI, La Collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti antichi, in "Bollettino dei Civici Musei Veneziani d'Arte e Storia, 1989, vol. XXXIII, n 1-4, pp. 85-87, schede nn. 67-69) ed ebbe un notevole successo per tutto il Sette e l'Ottocento, come illustranono i numerosi esempio ( L. SEELIG, Kirchliche Schatze aus bayerischen Schlossern. Liturgische Gewander und Gerate des 16.-19 Jahrhunderts, catalogo della mostra di Monaco, Berlino 1984; pp. 228-231, scheda n. 153;D. DEVOTI, G. ROMANO (a cura di), Tessuti antichi nelle chiese di Arona, catalogo della mostra, Torino 1981, pp. 220-223, scheda n. 30 di I. Silvestri; A. F. FIORI, I paramenti della Basilica: note storiche e tecniche, in San Giulio e la sua Isola, Novara 2000, p. 232; A. M. COLOMBO (a cura di), Le "ancone adorate" dell'alta Valstrona. La raccolta di arte sacra di Forno e Campiello, Novara 1997, p. 130, scheda n. 41 di E. Salzotti; R. ORSI LANDINI, I paramenti sacri della Cappella Palatina di Palazzo Pitti, Firenze 1988, pp. 151-152, schede nn. 85-86; G. SCARAMELLINI (a cura di), I tesori degli emigranti. I dono degli emigranti della provincia di Sondrio alle chiese di origine nei secoli XVI-XIX, catalogo della mostra di Sondrio, Cinisello Balsamo 2002, p. 281, scheda n. 114 di G. Scaramellini; D. DEVOTI, M. CUOGHI COSTANTINI (a cura di), Musei Civici di Modena. La collezione Gandini. Tessuti dal XVII al XIX secolo, Modena 1993, p. 241, scheda n. 497 di D. Digilio; L. FORNARI SCHIANCHI (a cura di), Le trame della storia fra ricerca e restauro. Risultati di un censimento nel Comune di Borgotaro, Parma 2000, pp. 163, 245; P. GIOS e A. M. SPIAZZI (a cura di), Il Seminario di Gregorio Barbarigo. Trecento anni di arte, cultura e fede, Noventa Padavana 1997, pp. 268-269, scheda n. 95457; p. 281, scheda n. 95563; pp. 270-271, scheda n.95475; pp. 268-269, n. 95457; p. 281, n. 95563; pp. 270-271, n.95475; D. DEVOTI, D. DIGILIO e D. PRIMERANO (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, pp. 187-188, scheda n. 145 di D. Digilio). Ancora agli inizi del nostro secolo è presente nel catalogo di arredi sacri della ditta bertarelli (Catalogo generale della ditta Fratelli Bertarelli, n. 106, Milano s.d., pp. 475, 481, nn. 38 e 40). Di difficile analisi è lo studio del tessuto dei tronconi delle insegne che, a cauda delle loro ridotte dimensioni, non può essere letto nella sua completezza, ma che sembra ricoleggarsi alla tipologia "point" creata da tralci fioriti, testiminiata da un parato della Cappella della Sindone, di origine settecentesca, ma ripresa per tutto l'Ottocento. In assenza di precisi riferimenti documentarie, si colloca il tessuto fra la fine del XIX e l'inizio del XX e lo si ascrive ad ambito torinese, dal momento che i Savoia si rivolgevano ai tessitori di Torino per i propri acquisti, come testimonia, ad esempio, l'acquisto di damasco verde "per formare due pianete compite, e due paliotti per la Cappella della SS. Sindone" del fabbricante Giuseppe Fedele Cerruti, effettuato il 1828, (A.S.TO, S.R., Casa di sua Maestà, mazzo 997, Ministero della Real Casa, Azienda Generale della Real Casa. Regni di Vittorio Emanuele I e Carlo Felice, 1828, liste dal n. 398 a 727, fol. n.n.); la fattura, datata il 13 febbraio 1892 per un parato in damasco rosso, della ditta Guglielmo Ghidini di Torino, (AATO, Cappella Palatina, mazzo 41, Lettere da gennaio 1882 a tutto 1911, fol. n.n.); oppure il preventivo, presentato sempre dalla ditta Gugliemo Ghidini del 4 aprile 1924 per una pianeta della ditta "Guglielmo Ghidini", (A.S.TO, S.R., Casa di sua Maestà, mazzo 8536: Casa di sua Maestà, Ministero della Real Casa; Direzione Provinciale della Real Casa di Torino, fol. n.n. ). In assenza di precise testimonianze documentarie, si datano i tessuti fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, sottolineando, però, che gli acquisti perdurarono per tutta la prima met del secolo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100105308A-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0