RELIQUIARIO - A MEDAGLIONE, opera isolata - produzione piemontese (seconda metà sec. XIX)

reliquiario a medaglione post 1839 - ante 1849

Teca di luce ovale con vetro. Cornice a fascia liscia dorata; gancio di forma ovale per sospensione con nastro in raso di seta bianco annodato. All'interno, fondo in gros de tour crema su cui è posta la reliquia; al di sotto di essa, cartiglio rettangolare con iscrizione su una riga. Intorno ad essa, striscioline di carta dorata, variamente ripiegate, descrivono una cornice con foglie e bacche. Negli interstizi del disegno è collocata ciniglia nei colori verde, rosa, arancio, rosso

  • OGGETTO reliquiario a medaglione
  • MATERIA E TECNICA argento/ fusione
    argento/ punzonatura
    CARTA
    carta/ doratura
    filo di seta
    METALLO
    seta/ gros de Tours
    seta/ raso
    VETRO
  • MISURE Profondità: 1.6 cm
    Altezza: 3.9 cm
    Larghezza: 2.6 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il reliquiario non è indicato né nell'ultimo inventario (1966) del patrimonio di suppellettili della Cappella della SS. Sindone, né in quelli compilati a cavallo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, dediti a ricordare esclusivamente gli arredi sacri realizzati in materiali preziosi. L'oggetto contiene una reliquia di s. Veronica Giuliani (Mercatello/PG, 1660-Città di Castello/PG, 1727). Entrata nelle clarisse cappuccine nel 1677, svolse una vita esemplare, contraddistinta anche da visioni ed estasi, riformando il monastero di Città di Castello e compiendo numerosi scritti; fu canonizzata da Gregorio XVI (Belluno, 1765-Roma, 1846) nel 1839, data intorno alla quale potrebbe essere stato realizzato il reliquiario in esame, cfr. F. da Mareto, voce, Veronica Giuliani, santa, in Bibliotheca Sanctorum, Roma, 1969, vol. XII, pp. 1050-1056. Da un punto di vista stilistico, l'esemplare in esame risponde alla tipologia di una particolare forma di reliquiario, detto "paperole", documentato a partire dal XVII secolo, il cui nome deriva dal termine francese con il quale sono chiamate le strisce di carta dorate, variamente arrotolate, che costituiscono l'elemento dominante della composizione ornamentale, che spesso imita o trae spunto da ricami, miniature o dall'oreficeria. La costanza con la quale tale produzione è stata ripetuta, fino al XX secolo, rende difficile la datazione del reliquiario, in assenza di ulteriori riferimenti. Le paperoles, eseguite in quasi tutti i paesi cattolici, sono documentate, per quanto limitati siano ad oggi gli studi sull'argomento, soprattutto in Francia, Austria ed Italia. In Torino, in particolare, oltre alla produzione da parte delle monache carmelitane, spiccarono le visitadine e le suore del Cottolengo. Raramente tali reliquiari potevano essere acquistati; per lo più venivano dati in dono ad importanti benefattori dei conventi o erano confezionati per ornare cappelle interne a chiese dei rispettivi ordini religiosi. La disposizione delle reliquie, all'interno dell'elaborata decorazione, risponde, solitamente, ad un piano teologico preciso, talvolta non immediatamente identificabile (L. Borello-P. P. Benedetto, Paperoles le magnifiche carte, Torino, 1998, pp. 8-15). La presenza di reliquiari di provenienza conventuale, nell'ambito delle collezioni sabaude, è confermato da una lettera, datata 3 maggio 1872, dell'ispettore del Regio Mobiliare, Francesco Lubatti, all'Amministrazione della Casa di S.M. in Torino, nella quale si ricorda la presenza, nel Regio Guardamobili, di numerosi esemplari donati alle regine Maria Teresa Asburgo Lorena (Vienna, 1801-Torino, 1855) e Maria Adelaide Asburgo-Lorena (Milano, 1822-Torino, 1855) in occasione delle ripetute visite ai monasteri femminili torinesi. Per alcuni confronti, si vedano U. Bock-G. Sporbeck-Bressem-K. Weinbrenner, schede , in A. Legner (a cura di), Reliquien verehrung und verklärung, catalogo della mostra, Köln, 1989, pp. 255, n. 131, 259-260, n. 143, 262, n. 146, 264, n. 150, 274-276, nn. 176-182, 292-293, n. 220, 305-306, nn. 262-266, 307-311, nn. 274-290, 329-331, nn. 359-363; A. Bicchi-A. Ciandella (a cura di), Testimonia Sanctitatis. Le reliquie e i reliquiari del Duomo e del Battistero di Firenze, Firenze, 1999, pp. 69-70, n. 29; M. G. Molina, Un'analisi dei gioielli genovesi nei dipinti, negli inventari, nei tesori, in F. Boggero (a cura di), Gioie di Genova e Liguria oreficeria e moda tra Quattro e Ottocento, Genova, 2001, p. 112, figg. 73-74; J. Andlaver, scheda n. 339, in Les domenicaines d'Underlinden. Catalogues des oeuvres, Parigi, 2001, vol. II, pp. 185-186
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087789A
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI teca/ interno/ su cartiglio - S. Veronica G. capp - corsivo - a impressione nero -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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