motivi decorativi a finti tendaggi e figure

dipinto, 1060 - 1060

Il dipinto raffigura un frammento di decorazione della fascia inferiore della parete; sotto lo strato di bianco si vedono tre rami con foglie e due mani di una figura nell'atto di prendere una forma non riconoscibile. La figura è mutila nella parte centrale per la caduta dell'intonaco; in basso si notano due gambe ed uno sgabello. La scena è delimitata in alto da due segni curvilinei

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 130
    Larghezza: 80
  • AMBITO CULTURALE Ambito Novarese
  • LOCALIZZAZIONE Oleggio (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La rappresentazione del Giudizio Universale di Oleggio è una semplificazione di due schemi iconografici delle scuole di Reichenau e di S. Angelo in Formis (N. Gabrielli, Studio sulla nostra celebre basilica, dattiloscritto, a cura del Centro di Studi Archeologici e Artistici del Piemonte, 1944, p. 1), manca però della fascia degli Angeli con trombe ed inizia con quella degli angeli e santi. Il Toesca (P. Toesca, La pittura e la Miniatura in Lombardia, Milano 1912, p. 54) li datò al sec. XII giudicandoli vicini all'arte bizantina, come anche fecero il Van Marle (Le scuole della pittura italiana, vol. I, Milano 1932, p. 216), la Brizio (A. M. Brizio, La pittura in Piemonte dall'età romanica al Cinquecento, Torino 1947, p. 149). La Gabrielli (N. Gabrielli, Studio sulla nostra celebre basilica, dattiloscritto, a cura del Centro di Studi Archeologici e Artistici del Piemonte, 1944, p. 4) li datò alla fine del XI secolo-inizio del XII, insistendo sulla derivazione dall'arte altomedievale romana. Il Rotili (Origini della Pittura Italiana, Bergamo 1963, p. 55) continuava a ritenerli di diretta influenza bizantina; F. Bologna (1962, p. 36) li ascrive al 1030, in base alla datazione dell'architettura di A. K. Porter (Lombard Architectur, New Heaven 1917, p. 116) ritenendo quest'opera un punto essenziale della congiuntura tra l'arte lombarda ottoniana ed il bizantinismo macedone. R. Salvini (Romanico o Altomedioevo. Il problema cronologico della datazione di S. Pietro al Monte, in "Arte Lombarda", I (1964), p. 629) abbassò la datazione al 1080. La maggior parte dei critici concorda sul bizantinismo di quest'opera, mediato da una forte componente occidentale, punto d'incontro di due culture confluenti, perciò ascrivibile ai sec. XI-XII. Nella decorazione romanica la parte inferiore di una grande rappresentazione a forma di tendaggio figurato deriva direttamente dall'antichità classica come motivo incorniciante. Questo dipinto raffigura probabilmente una scena di vita quotidiana, come si trova anche a Fara in San Pietro al cimitero (G. B. Ferro, Affreschi novaresi del Quattrocento, Novara 1972, fig. 35-36). Altri zoccoli simili sono presenti nella basilica di San Michele e, precisamente, nella parte inferiore del cilindro dell'abside sud e nord e dell'angolo ovest della parete nord, navata maggiore. L'opera di scoprimento dell'intera parete, iniziata da F. Ponti, fu continuata dal pittore Manini di Vanzaghello (N. Gabrielli, Studio sulla nostra celebre basilica, dattiloscritto, a cura del Centro di Studi Archeologici e Artistici del Piemonte, 1944, p. 1); nel 1926 il prof. Pianca, coadiuvato dalla sig. Palestrini, mise in luce tutta la rappresentazione, usando tempere in polvere e latte. Attualmente (1977) le condizioni rovinose della copertura dell'edificio causano infiltrazioni d'acqua piovana che alterano la superficie cromatica. Bibliografia: L. Cassani, La basilica di S. Michele, in "Oleggio memorie" tip. Provera, Novara 1924, p. 254; L. Cassani, Di un antico affresco nella basilica di S. Michele in Oleggio, tip. E. Cattaneo, Novara 1927, p. 13; N. Gabrielli, Le pitture romaniche (repertorio di cose d'arte del Piemonte vol. I), Torino 1944, pp. 41, 49, 50; C. Baroni, L'arte a Novara e nel novarese, in "Novara e il suo territorio", Novara 1952, pp. 543, 547; R. Salvini, La pittura dal sec. XI al sec. XIII, in "Storia di Milano", vol. III, Milano 1954, pp. 629-630; E. Tea, Medioevo, Vol. III, Torino 1957, p. 451, 901; F. De' Maffei, in Enciclopedia Universale dell'Arte, Venezia-Roma, Vol. XI 1963, coll. 812-813; R. Capra, La basilica di San Michele in Oleggio, tip. Riva e C., Novara 1968, p. 12, tav.XII; U. Chierici, Il battistero del duomo di Novara, Novara 1972, p. 59; F. Fiori, San Michele di Oleggio, tip. San Gaudenzio, Novara 1977, p. 102. La documentazione relativa agli interventi di restauro dei vari cicli pittorici presenti all'interno della chiesa (tutti condotti da Pinin Brambilla Barcilon negli anni 1988, 1998-2000, 2003-2004) è conservata presso l'Archivio Restauri della Soprintendenza per il patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte, schede A.R. 7622, A.R. 12849, A.R. 17571. Per un aggiornamento bibliografico: C. Segre Montel, La pittura monumentale in G. Romano (a cura di), Piemonte romanico, Torino 1994, pp. 257-284
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100012811A-5
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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