cinta fortificativa

Acqui Terme, ca I sec. d.C - ca II sec. d.C

Nella zona corrispondente all’estrema periferia settentrionale della città romana di Aquae Statiellae, alla fine degli anni ’80 dello scorso secolo, in occasione dei lavori per il teleriscaldamento, si mette in luce un’importante struttura muraria interpretabile come il muro di cinta romano della città. Essa è larga m. 4,90 ca., realizzata a sacco, con riempimento in ciottoli fluviali e paramento esterno, conservato per brevi tratti, costituito da corsi regolari di pietre squadrate. Gli strati di crollo restituiscono materiali databili al I sec. d.C. Nel 2010 e 2011 si scava al civico in piazza San Guido, dove si identificano più fasi di età romana. Alla fase più antica fa riferimento una serie di impianti (buche, una cisterna, un pozzo) riferibili ad attività di estrazione dell’argilla, legate alla vicina area artigianale di via cassino, poi riutilizzati come zone di scarico di prodotti di scarto e di rifiuti, attività databile, grazie ai materiali rinvenuti, ai primi decenni del I sec. d.C. Nel settore sud occidentale si rinviene un’ampia porzione di sedime stradale, realizzato in pietrame minuto e rari frammenti laterizi su vespaio in ciottoli, con orientamento NS, coevo e connesso all’area artigianale. Nel corso del I sec. d.C. esso subisce un ampliamento. La zona è interessata da una risistemazione ancora nella prima metà del I sec. d.C., quando vengono obliterate e/o spoliate le strutture relative all’area artigianale, si procede ad un’attività di livellamento e di sistemazione del terreno in vista di un cambiamento d’uso, legato all’ampliamento della vicina necropoli di via Fratelli Sutto. Le sepolture, databili a partire dalla seconda metà del I sec. d.C. si caratterizzano per il rito ad incinerazione e, in un momento posteriore (fine I-II sec. d.C.), ad inumazione, entro fossa terragna o cassa laterizia. Anche in questa zona si rinvengono i resti di un recinto funerario, con un’unica sepoltura al suo interno, databile tra la fine del I e l’inizio del II sec. d.C. Nella parte meridionale del cantiere, si individuano i resti di un grande edificio attribuibile ad una fase successiva alla necropoli, forse ad età tardoromana. Esso, caratterizzato da fondazioni ed elevato – ove ancora conservato – in ciottoli, si compone di due parti: un grande ambiente rettangolare ad W e due ambienti più piccoli ad E serviti da un corridoio posto a meridione

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