Affreschi esistenti nella/ Casa in Via Marsala 31/
Affreschi con storie di Enea e Didone in una delle sale di Palazzo Leoni

negativo servizio, 00/04/1928 - 00/04/1928

Le lastre erano originariamente contenute in una busta pergamina; tale custodia, completa di annotazioni, si conserva separatamente in una scatola. Ai negativi era allegata una schedina inventariale ora conservata all'interno del relativo pergamino. Visibili le tracce del portalasta agli angoli

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Dipinti murali - Iconografia profana: Storie di Enea e Didone
    Architettura civile - Palazzi - Affreschi
    Pittori Italiani - Sec. 16. - Sammachini, Orazio
    Pittori italiani - Sec. 16. - Dell'Abate, Niccolò
    Pittori italiani - Sec. 16. - Procaccini, Ercole, Il vecchio
    Italia - Emilia-Romagna - Bologna - Palazzo Leoni
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Bolognesi Orsini (1919(?)-1934): fotografo principale
    Procaccini, Ercole, Il Vecchio (1520-1595): pittore
    Samacchini, Orazio (1532-1577):
  • ALTRE ATTRIBUZIONI nicolo' dell'abate
    Nicolò Dell'abate 1510-1571 Bibliografia Muzzioli 2011
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I fototipi in esame riproducono il fregio dell’antisala del piano nobile di Palazzo Leoni. Il ciclo, tratto dal libro quarto dell’Eneide narra dell’amore di Enea e Didone. Si compone di 12 scomparti, 3 per parete, scanditi da figure di cariatidi bronzee, ad eccezione di un telamone che suddivide la parete settentrionale da quella orientale. Di questi dodici scene due sono andate perdute, ma se ne conserva memoria dalle incisioni realizzate da Giovan Battista Frulli nel 1822 (Landi 2011, p. 135). Nel dettaglio, i negativi di cui si sta trattando descrivono le scene: tav. XXIII – Enea comanda ai compagni di preparare la fuga di nascosto (N_001998); tav. XXV – Anna, richiesta dalla sorella, supplica Enea di rimandare la partenza (N_001999); tav. XXVI - Mentre fervono i preparativi per la partenza, Didone, accortasi dell’inganno, affronta Enea (N_002000). Le riprese sono state realizzate dalla ditta Bolognesi e Orsini su incarico della Regia Soprintendenza d’arte Medievale e Moderna per conto di Guido Zucchini che ne fece pubblicazione nell’articolo apparso su “Il Comune di Bologna” del Giugno del 1929 dal titolo “La scoperta di affreschi di Nicolò dell’Abate in Bologna” (pp. 11-28). Abbiamo qui precisa notizia di tale incarico in una nota in cui lo studioso ringrazia la Soprintendenza ed il Rettore del Collegio di Spagna (dal 1876 istituto proprietario del palazzo) per la concessione della riproduzione delle riprese (Zucchini 1929, p. 28, nota 29). Nell’ approfondimento, dopo aver portato in rassegna alcuni recenti ritrovamenti da ricondurre alla mano del modenese, Zucchini illustra le opere presenti nell’edificio, partendo dal Presepio affrescato sotto il portico del palazzo di cui denuncia le gravi lacune che ne impediscono alcuna riproduzione, se non nella versione incisa di Gaetano Gandolfi, fino a giungere alle decorazioni della “sala piccola” con le storie del libro quarto dell’Eneide. L’autore specifica che “se ne dà per la prima volta la riproduzione di alcune storie […] che mi auguro possano presto uscire interamente alla luce” (Zucchini 1929, p. 25, fig. 29-30-31). Non passerà gran tempo da questa esortazione, all'intrapresa realizzazione di lavori di restauro ed integrazione architettonica che dal settembre 1932, sotto la guida dell’ingegnere Luigi Gazzotti, interesseranno l’edificio. In particolare, come possiamo ipotizzare da documentazione d’archivio (Archivio Storico ex SBAP – BO M 446 - lettera del 23 aprile 1934 inviata da Luigi Gazzotti alla Regia Soprintendenza dell’Arte Medievale e Moderna), le opere di ripristino sugli affreschi della parte antica del palazzo iniziarono presumibilmente intorno al maggio del 1934, seguendo le direttive impartite dal soprintendente. Nella lettera di risposta (8 maggio 1934) Luigi Corsini dispone che si debba, al fine di operare un restauro meramente conservativo sui fregi del salone e del salotto, risarcire le lacune tramite tinte neutre, mentre si concede la reintegrazione delle sole parti architettoniche. Nella lettera il soprintendente parla di “fregi attribuiti a Nicolò dell’Abate”. Medesima attribuzione è data da Guido Zucchini nel suo saggio del 1929, pur considerando il lavoro in Palazzo Leoni come una “breve parentesi” nella carriera dell’artista. Anche la storiografia ha sempre mostrato dubbi riguardo all’autografia degli affreschi in palazzo Leoni. Recentemente per gli affreschi dell’antisala è stato fatto il nome di Ercole Procaccini ed Orazio Sammachini. Per una approfondita disamina sulle vicende attributive si veda, in bibliografia, Muzzioli 2011
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641526
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001998-N_002000
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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