Positivi con gli affreschi della Chiesa di Sant'Apollonia di Mezzaratta prima dello stacco

negativo servizio, ca 1930 - ca 1958
Anonimo (xx Anni '30-'50)
XX anni '30-'50

Le lastre erano originariamente contenute in una busta pergamina; tale custodia, completa di iscrizioni, si conserva separatamente in una scatola. Ai negativi era allegata una schedina inventariale, ora conservata all'interno del relativo pergamino. Visibili le tracce del portalastra (forma triangolare) agli angoli

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Pittori italiani - Sec. 14. - Vitale da Bologna
    Architettura sacra - Chiese - Affreschi - Riproduzioni fotografiche
    Pittori italiani - Sec. 14. - Simone di Filippo detto dei Crocefissi
    Pittori italiani - Sec. 14.-15. - Avanzi, Jacopo
    Italia - Emilia-Romagna - Bologna - Chiesa di Santa Apollonia di Mezzaratta
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Anni '30-'50): fotografo principale
    Vitale Da Bologna (1330-1359 Notizie): pittore
    Simone Di Filippo Detto Dei Crocefissi (notizie Dal 1354-1399):
    Avanzi, Jacopo (xiv Seconda Metà-1416):
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Giudicati come la più completa ed alta testimonianza dell’arte di Vitale da Bologna e degli artisti del Trecento emiliano ivi impegnati, gli affreschi di Mezzaratta hanno vissuto nel corso dei secoli alterne vicende conservative. La prima voce a porre l’accento sull’ineludibile ruolo di primo piano di questo ciclo pittorico nella ricostruzione della complessa cultura figurativa tardo medievale locale provenne da Roberto Longhi al suo ingresso nell’Università bolognese, durante la prolusione dell’anno accademico 1934-35. La necessità di ristabilire il giusto peso dell’arte figurativa emiliana del quattordicesimo secolo nello scenario nazionale, individuandone un carattere originale e prorompente, lo spinse ad avanzare la proposta di un evento espositivo attraverso il quale porre in dialogo i molteplici esponenti di questa felice stagione dell’arte emiliana per poter fornire una identità a percorsi artistici ancora frammentari e poco studiati. Siamo negli anni ’40, il progetto si arenò forzatamente a seguito dell’irrompere della guerra, per compiersi solo nel 1950 con la grande Mostra della Pittura Bolognese del Trecento (Longhi 1950). Punta di diamante di tale esposizione fu la figura di Vitale da Bologna felicemente rappresentato dal “Presepe” proveniente da Mezzaratta assieme ad alcuni altri affreschi staccati dalle pareti dell’oratorio raffiguranti scene del Nuovo Testamento. L’evento espositivo si svolse presso le sale della Pinacoteca Nazionale e si realizzò sullo scenario di un rovente dibattito riguardo le sorti del ciclo di affreschi e più in generale sulle linee da tenere nel delicato dialogo tra esigenze di tutela ed il rispetto dei connettivi ambientali e culturali in cui il bene è storicamente inserito. Sin dai primi sopralluoghi negli anni ‘40 si mise infatti in luce il precario stato di conservazione in cui l’opera versava, causato dalle affatto idonee condizioni microclimatiche degli ambienti dell’antico oratorio. Iniziò un fitto scambio epistolare tra studiosi e conservatori che coinvolse gli istituti periferici locali nelle figure dei Soprintendenti alle Gallerie e ai Monumenti, oltre che gli organi centrali del Ministero competente chiamato più e più volte ad esprimersi sulle decisioni da prendere riguardo lo stacco o meno degli affreschi ed il loro eventuale spostamento nelle sale della locale Pinacoteca nazionale (l’Archivio storico della Soprintendenza ex BAP possiede ampia documentazione in proposito: Storico Bo M 306)). La situazione peggiorò durante il secondo conflitto mondiale, con l’occupazione dell’oratorio da parte di truppe tedesche che ridussero l’edificio a stalla e deposito letami, causando ulteriori gravi danni agli affreschi. Ancora nel ’46 l’occupazione polacca rendeva impossibile intervenire in qualsivoglia maniera. Dopo la derequisizione da parte degli alleati nel 1947, si mise in opera il distacco di una porzione degli affreschi con scene dal Nuovo Testamento, compreso il Presepe di Vitale, pronti per essere esposti alla citata mostra del 1950 (stacco operato dal restauratore Raffaldini). Le opere tornarono per un breve periodo nella loro sede originaria per poterne monitorare lo stato conservativo, fino a giungere al 1952, anno in cui, dopo lungo dibattito, lo Stato acquisì gli affreschi e procedette al completamento dello stacco e alla musealizzazione negli spazi della pinacoteca (Volpe 2005, p. 34). Gli stacchi furono realizzati prevalentemente nel 1958 da Ottorino Nonfarmale (Gnudi 1962, p. 65). Le negative in questione risultano riproduzioni di positivi che ritraggono gli affreschi ancora in loco, dunque certamente anteriori al 1958, con i dettagli della parete di destra con scene dell’antico testamento (storie di Giuseppe nel registro superiore e storie di Mosé nel registro inferiore), l’Adorazione dei Magi e storie del Nuovo testamento della parete sinistra con gli episodi: La probatica piscina di Simone dei Crocifissi e la Guarigione del paralitico firmata “Jacobus fecit”. Gli originali positivi sono stampe da negativi 18x24 prodotte dal Gabinetto Fotografico Nazionale con numero di inventario C 8433 (N_001801); C 9437 (N_001799); C 8440 (N_001800); C 8435 (N_001802). Rintracciamo degli esemplari a stampa di tali negative presso l’Archivio Fotografico della Soprintendenza ex Bsae (stampatore Miani Francesco) oltre che presso la Fototeca Zeri (inventario nr 28592 e 28939). Dalla catalogazione Zeri ricaviamo la datazione delle riprese da collocarsi nel 1919 (l’anno seguente l’imposizione di vincolo del 1918) confermata da bibliografia (vedi BIB: Ministero 1984). Per quanto concerne la datazione delle nostre lastre ci sentiremmo di ipotizzare una datazione compresa tra gli anni ’30 e la fine degli anni ’50, periodo in cui, come sopra descritto, si sviluppò e intensificò il dibattito e l’interesse intorno al bene
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641521
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001799-N_001802
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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