Chiesa S. Maria dei Servi/ Particolare di finestre del Campanile/

negativo, 1915/11/00 - 1915/11/00

La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina, conservata ora separatamente in una scatola assieme all'allegata schedina inventariale

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Architettura sacra - Chiese - Campanili - Restauri
    Elementi architettonici - Finestre
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Basilica di Santa Maria dei Servi
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Bolognesi Orsini (1919(?)-1934): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il negativo in esame riproduce il dettaglio di una delle otto finestre a sesto acuto riscoperte durante i lavori di ripristino che coinvolsero il campanile della Basilica di Santa Maria dei Servi tra il 1914 ed il 1916. Come risulta da consistente documentazione, risale al 1909 il progetto di restauro dell’area absidale della chiesa elaborato dall’Ing. Guido Zucchini per conto del Comitato per la Bologna Storico-Artistica. Il principale obiettivo era restituire all’abside il primitivo aspetto. Si demolì dunque il caseggiato che impediva la visione ottimale dell’architettura e circa intorno al 1914 si dette avvio all’opera di ripristino. Il progetto previsionale non comprendeva l’intervento sulla torre campanaria. Come racconta lo stesso Zucchini, durante i lavori condotti sul coronamento dell’abside si scorsero sul paramento murario del campanile tracce di un più antico assetto architettonico, obliterato dalle pesanti trasformazioni settecentesche. In particolare si poté intuire la presenza di un primo giro di finestrelle proprio sotto la cella campanaria. Si procedette dunque agli assaggi e ci si avvide che “sotto il muro che le otturava le finestrelle del primo giro conservavano ancora un completo traforo in terracotta elegante nella sua semplicità e non comune nell’unione del sesto a pieno centro con quello acuto” (Zucchini 1920, p. 16). Il negativo in trattazione pare proprio essere il corrispondente visivo di questa breve descrizione, con una inquadratura comprensiva del traforo in terracotta. Come da nota manoscritta sulla lastra in esame, la ripresa andrebbe fatta risalire al novembre del 1915. Da una foto pubblicata da Rivani a corredo del suo saggio (Rivani 1929, p. 72) risulta visibile l’impalcatura che dall’abside si solleva sul fronte orientale del campanile. Sembrerebbero le finestre che danno su questo lato le prime ad essere state recuperate e ad una di queste sarebbe probabilmente da riferirsi la lastra in esame. Aggiungiamo che il lavoro risulta concluso nel 1916 se dai comparti metrici ed estimativi di quell’anno si dichiara ultimata la “scopertura e [il] restauro delle 8 finestre a sesto acuto 1° ordine del camp[anile]” (ex Soprintendenza BAP – Archivio Storico I - Bo/M71). Sullo stato dei lavori documentati riceviamo una ulteriore significativa informazione: manoscritta sulla superficie dell’adesivo in carta gommata è la nota: “Dopo gli assaggi – G. Belvederi”. Il nome appuntato potrebbe riferirsi a Don Giulio Belvederi (Bologna 1882 – Roma 1959) presbitero e archeologo bolognese, fondatore del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. Dai documenti esaminati non risulterebbe alcun coinvolgimento ufficiale del sacerdote nei lavori di restauro, così come non abbiamo notizia di una sua presenza nell’ambiente servita. È noto che Belvederi soggiornò a Bologna, sua città natale, dal 1905 al 1922 circa, prima di trasferirsi a Roma, dunque potrebbe in quegli anni essersi interessato all’importante restauro in atto sulla chiesa dei Servi. Rimane tuttavia per ora indefinita la sua partecipazione al progetto. L’irrompere della guerra causò un momento di stallo dei lavori in corso. Si tornerà a parlare del campanile nel 1920 con la pubblicazione dell’articolato progetto di restauro del Campanile della basilica Servita (Zucchini 1920). Appare singolare il fatto che Zucchini corredi la sua trattazione con una serie di riproduzioni grafiche e fotografiche in cui, malgrado si citino i lavori già effettuati sul bene, quello che è definito nelle didascalie delle immagini “lo stato attuale” corrisponda alle condizioni del bene prima degli interventi operati. Inoltre è curioso che il saggio non presenti alcuna testimonianza fotografica tale da poter dar conto delle opere di recupero già realizzate ampiamente a quegli anni. Da iscrizione su pergamino la ripresa risulterebbe compiuta dalla ditta Bolognesi Orsini. Anche questo è un dato interessante, che inizialmente ci ha fatto dubitare della data di esecuzione del bene. Infatti i Bolognesi Orsini risulterebbero associati soltanto a partire dal primo periodo post bellico, mentre questo scatto sarebbe precedente (1915). Sappiamo comunque che Armando Orsini subito dopo gli studi elementari entrò come fattorino nell’atelier fotografico dei fratelli Bolognesi. Al 1911 risulta l’iscrizione alla camera di Commercio della Ditta “Fotografia la Moderna” (Tromellini et al. 2001, p. 100), riteniamo già con l’apporto dell’Orsini, sebbene non ne conosciamo il ruolo ufficiale. Durante il primo conflitto mondiale troviamo l’Orsini impegnato a dirigere una delle quattro squadre di fotografi alle dipendenze del Comando Supremo (Bianco 2005, p. 142), di cui rimane ampia documentazione del lavoro svolto grazie ad un ampio e articolato fondo storico, comprendente circa 3500 positivi (sul fondo Orsini cfr. Bonvicini e Fanti 1988). Come già altrove ampiamente specificato la Ditta chiuderà i battenti tra il 1934 ed il 1935 a seguito della morte dell’Orsini nel giugno del ’3
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641483
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001830
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI sul pergamino: recto - R. SOPRAINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE A [cancellato e sostituito da] C SCAF. IV N. 66 [cancellato e sostituito da] 91/ INVENT. N. 7961/ LUOGO: BOLOGNA/ MONUMENTO: Chiesa S. Maria dei Servi/ Particolare di finestre del Campanile/ STAMPE N./ OSSERVAZIONI fot. Bolognesi-Orsini - nov. 1915 - corsivo alto-basso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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