“Madonna col Bambino in trono, angeli e santi domenicani” nel Convento di San Domenico a Bologna dopo il ritrovamento nel 1936

negativo servizio, 1936 - 1936

Le lastre negative erano originariamente contenute in pergamino; queste buste, con iscrizioni e annotazioni, si conservano separatamente. Sono visibili le impronte portalastra

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Affresco - Italia - Sec. 14
    Iconografia cristiana
    Emilia Romagna - Bologna - Convento di San Domenico - Chiostro maggiore - Affresco
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Stanzani (notizie 1939): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’insieme in esame costituito da tre lastre, realizzato da Stanzani nel 1936, come vi è scritto sui pergamini, mostra l’affresco “Madonna col Bambino in trono, angeli e santi domenicani” subito dopo il suo rinvenimento. Fu Zucchini nell’estate del 1936 a rinvenire i resti di questo affresco, come racconta nella sua monografia “La verità sui restauri bolognesi”: “un affresco del Trecento (Madonna e Santi domenicani), che era stato dipinto nella cella, fu da me ritrovato in un sotterraneo della chiesa, ove era stato trasportato in grossi pezzi di antichissimo muro; ora è nel corridoio del convento, che conduce alla cella del Santo [v. RVEL]. La sistemazione di questa fu curata nel 1946 dal Soprintendente Barbacci […]” (BAPB1252, p. 153). Barbacci: “Inutilmente i Domenicani cercarono di impedire la profanazione, coadiuvati da vari enti culturali; e sebbene l’affresco trecentesco ornasse l’esterno di una delle altre pareti, nel 1875 i due muri vennero sfondati manu militari con portoni carrai, e più tardi anche gli altri due, con due porte. […] L’affresco venne messo al sicuro, distaccandolo e trasferendolo nel convento, accanto all’ingresso della cella. I lavori vennero eseguiti dal luglio al settembre del 1946; la consacrazione della rinnovata cappella e del relativo altare venne effettuata dal cardinale Giovambattista Nasalli Rocca di Corneliano” (BIBH: BAPB0110, pp. 261-262). Un interessantissimo studio del Cianciabilla, pubblicato nel 2008, ci rivela che, in seguito al rinvenimento di questo affresco, nacque una lunga controversia tra il soprintendente all’arte medioevale e moderna dell’Emilia e della Romagna, Carlo Calzecchi Onesti, e i Rev. Padri Domenicani. Si rimanda alla lettura completa di questo articolo (BIBH: BAPB1257), mentre qui ci si limiterà a qualche accenno. Come già detto, era stato Zucchini a ritrovare i frammenti affrescati nell’estate 1936. Per suo ordine furono trasportati in un locale attiguo alla chiesa, senza però avvertire la soprintendenza competente; subito dopo iniziò a consolidarsi l’opinione che tale affresco era stato eseguito nella Cella di San Domenico (cfr., p. 121). Questa comportò due visioni diverse sul modo di operare e quindi il nascere della controversia tra i Padri Domenicani, supportati da Zucchini, e Carlo Calzecchi Onesti. Nel dicembre del 1937 veniva terminato il restauro: il dipinto era stato collocato nella cappella del Rosario, nella navata sinistra della chiesa (p. 134). In merito all’attribuzione, scrive il Cianciabilla: “Trovava luogo finalmente l’opera che, riferita alla mano di Jacopo Avanzi dall’Oretti, era stata assegnata da Zucchini a Simone dei Crocefissi e poco dopo da Longhi a Jacopo de’ Bavosi, o Iacopino di Francesco, al cui corpus pittorico, grazie ai recenti studi di Raffaella Pini, sono state ricondotte alcune opere in realtà realizzate da Iacopino di Francesco (pp. 134-135). Dopo quasi 10 anni, l’opera venne collocata nel corridoio del convento che conduce alla cella del Santo. Le lastre N_001808 e N_001807 sono state pubblicate da Cianciabilla nel contributo prima citato (BIBH: BAPB1257, p. 139, rispettivamente figg. 1 e 2)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800640827
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001807, N_001808, N_001809
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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