Gli affreschi del Pizzoli nel Refettorio del Collegio Venturoli già Collegio Ungarico di Bologna
negativo servizio,
1941/04/00 - 1941/04/00
A. Villani & Figli (1932-1970)
1932-1970
Pizzoli, Gioacchino (1651-1733)
1651-1733
Le lastre negative erano originariamente contenute in pergamino; queste buste, con iscrizioni e annotazioni, si conservano separatamente. Sono visibili le impronte portalastra
- OGGETTO negativo servizio
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SOGGETTO
Pittori - Italia - Secc. 17.-18. - Gioacchino Pizzoli
Emilia Romagna - Bologna - Collegio Venturoli
Pittura - Affreschi - Iconografia cristiana - S. Ladislao che riceve dalla sorella, regina degli Illiri, la corona illirica
Pittura - Affreschi - Iconografia cristiana - Ultima cena
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
A. Villani & Figli (1932-1970): fotografo principale
Pizzoli, Gioacchino (1651-1733): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il servizio fotografico in esame, costituito da 3 negativi realizzati da Villani nell’aprile 1941, documenti gli affreschi realizzati da Gioacchino Pizzoli nel 1700 nel refettorio del Collegio Venturoli a Bologna. Tale Collegio fu istituito nel 1821 in seguito alla morte dell’architetto Angelo Venturoli che stabilì “nel suo testamento che fosse aperto un collegio per giovani che si applicassero allo studio delle belle arti” (FNTI: BAPF097) avente come sede l’allora Collegio Ungarico sito in via Centrotrecento. Angelo Raule scrive una relazione sul Collegio Venturoli e sui suoi affreschi che in parte verrà pubblicata sul giornale “L’Avvenire d’Italia” del 27 marzo 1941 (FNTI: BAPF097), in cui lo descrive: “con una bellissima facciata con grandioso portico di cinque arcate, con sopra un piano dalle eleganti finestre e, nell’alto, un ricco cornicione, ravvivato da vasti occhi ellittici” […] “Il Refettorio, un’ampia sala coperta a volta, ha interessanti pitture di Gioacchino Pizzoli; sono queste il solo ricordo dell’antico collegio Ungarico, e ricordano i fasti della gente magiara”. Le due lastre N_002151 e N_002138, mostrano l’affresco della volta, che così descrive Raule: “Nella parte centrale del soffitto, rinchiusa in una cornice con fronde di alloro è presentata Elena, la vedova regina degli Illiri, che, vicina a morire, cede in eredità al fratello, S. Lasislao [sic] re d’’Ungheria, la corona illirica; è manifesta quindi l’importanza storica di tutta la figurazione: segna il passaggio della corona illirica a S. Ladislao, e quindi all’Ungheria. La regina è avvolta in una pesante coperta e accoglie il giovane fratello, seguito da un fastoso corteggio. Le figure secondarie, come il paggio che porta la corona, le tre dame che conversano presso il letto e i tre cavalieri del seguito, sono trattate con più arte e con maggiore disinvoltura. Il soggetto, storico e per più di un paese straniero preoccupa l’artista e vi lavora molto di fantasia, tanto nella ricerca dei tipi; come nella rappresentazione dei costumi. L’idea della figurazione centrale è completata dalle quattro figure [di santi] agli angoli del soffitto, entro riquadrature di palme e di alloro. Sono rappresentati: S. Stefano, e S. Americo, S. Ivanoe e S. Budimiro; due santi ungheresi e due illirici, due re e due figli di re”. Le figure di santi s’intravedono nella lastra N_002151, la cui inquadratura dal basso le lascia soltanto intravedere, mentre nella N_002138 si vedono S. Ivano e S. Americo. La lastra N_002150 mostra l’affresco più importante del refettorio, posto di fronte all’ingresso, “l’Ultima Cena”. Raule sottolinea come l’artista nel soggetto sacro ritrovi tutta la sua personalità e “si muove spedito entro i limiti della tradizione” e sottolinea come “questa rappresentazione, così movimentata e vivace, è certamente la migliore pittura di tutto questo ciclo”. Per quanto riguarda la descrizione delle inquadrature scelte da Villani e il suo stile, riprendo le parole di Pier Luigi Cervellati “Nel loro insieme queste foto costituiscono un censimento vero e proprio. […] Volutamente oggettive. […]” (BIBH: BAPB0241, p. 217). Si è, inoltre, sicuramente servito di fari per illuminare gli affreschi, come si può facilmente osservare dal riflesso visibile nei mobili nella lastra N_002150
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800640781
- NUMERO D'INVENTARIO N_002138, N_002150, N_002151
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
relazione storico-artistica (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0