Parma - Monastero S. Paolo/ Lunetta a fresco - Alessan-/dro Araldi

negativo, 1931 - 1931

La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola. Sul fototipo sono visibili le impronte del portalastre; nel lato emulsione è inoltre presente un'iscrizione ad inchiostro rosso cancellata: Inv. 6086

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Dipinti murali - Affreschi - Monasteri - Conventi
    Pittori - Italia - Secc. XVI-XVII - Araldi, Alessandro
    Italia - Emilia Romagna - Parma - Monastero di San Paolo - Lunetta con scena di soggetto sacro
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Araldi Alessandro (1460 Ca-1528): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le due lastre N_000578 e N_000579 delle lunette di Alessandro Araldi nel monastero parmense di San Paolo vennero effettuate nel 1931 dal fotografo locale di larga fama Luigi Vaghi, probabilmente eseguite in stretta vicinanza alle tre riprese del ciclo di affreschi dei fratelli Bernabei nella ex Chiesa dei Servi di Parma, datate al medesimo anno (vedi da N_000574 a N_000577). Prima del ben più celebre impegno del pittore Araldi nella realizzazione della Camera di San Paolo (1514, a cui seguirà quella di Correggio del 1518), l'artista fu impegnato una prima volta, anteriormente al 1507, presso il complesso conventuale. Sono da ricondurre a quel periodo le due lunette riprese, superstiti di un ambiente - di cui non si specifica la funzione - sopravvissuto solo a metà, date le profonde trasformazioni architettoniche subite. Si cita da Il Monastero di San Paolo, 1990: "Le lunette rappresentano un soggetto sacro difficilmente individuabile per il cattivo stato di conservazione degli affreschi" (p. 48, vedi BIB); le due immagini in esame presentano una leggibilità ben superiore all'attuale: si sono perdute, infatti, intere figure come quella del santo vescovo che riceve il donatore in N_000578 (N_000579 è chiaramente una scena di elemosina). Luigi Vaghi (1882-1967), "il fondatore della più prestigiosa azienda fotografica di Parma nel Novecento", ebbe un esordio "tanto precoce quanto qualificato": al termine delle scuole elementari venne impiegato come ragazzo di bottega nello studio di Enrico Rastrellini, celebre fotografo parmense (Camera oscura 1839-1920. Fotografi e fotografia a Parma, di Romano Rosati, 1990, p. 220). Già nel 1898, sedicenne, venne ingaggiato da Ettore Pesci come direttore del suo atelier (fino al 1902). Entrato nel 1904 in società con il coetaneo Giuseppe Carra (1882-1917, eccellente ritoccatore), i due aprirono uno studio a Parma in via Garibaldi 103, di cui Vaghi assunse la direzione tecnica e amministrativa. In seguito, nel 1913, fu rilevato l'atelier di Eugenio Fiorentini di via Angelo Mazza 17, mentre nel 1916 Vaghi divenne proprietario della Fotografia Moderna di strada Garibaldi 76, ponendovi Umberto Branchi come "conduttore fotografico". Dopo un disastroso incendio dello studio Vaghi & Carra, preceduto da furto, nel 1917 Carra morì all'ospedale militare a soli 35 anni. Vaghi proseguì l'attività intraprendendo nel 1920 un impegnativo progetto: acquistò l'ex chiesa di Santa Maria della Spina di via Cavour insediandovi il suo nuovo atelier (nel frattempo vennero chiusi gli stabilimenti di via Garibaldi 103 nel 1920 e di via Mazza nel 1921, solo la Fotografia Moderna venne mantenuta aperta). Gli anni Venti segnarono la completa affermazione di Vaghi, non solo a livello cittadino, ma anche presso i Savoia, di cui divenne nel 1922 fotografo ufficiale per i 5 successivi anni. Romano Rosati nel suo contributo sulla ditta Vaghi & Carra non dimentica di aggiungere che: "anche nel settore dei beni culturali egli presta validamente la sua opera professionale" come dimostrano le diverse lastre attualmente rintracciate nell'archivio fotografico SBAP dovute a Vaghi. Diversamente dal decennio precedente, gli anni Trenta videro la crisi dell'azienda in seguito al fallimento delle due banche presso cui il fotografo teneva i suoi depositi; così nel 1937 "per reagire alle difficoltà economiche, Vaghi, a 55 anni, sull'onda dell'espansionismo fascista, decide di tentare l'avventura dell'Africa orientale italiana" ad Asmara, aprendo uno studio di foto-ottica (Vaghi rientrò definitivamente in Italia nel 1952, ritirandosi dal lavoro). L'attività parmense sarà condotta dal figlio Bruno (1913-1972), fino alla morte, quando la moglie e la figlia donarono tutto il patrimonio fotografico allo CSAC dell'Università di Parma. L'azienda, ceduta ad una società milanese, venne chiusa nel 1982
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634209
  • NUMERO D'INVENTARIO N_000579
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul pergamino: recto - MOBILE B [cancallato A] SCAF. VI N. 134 [cancellato 114]/ INVENTARIO N. 4786 [6086 cancellato]/ LUOGO Parma - Monastero S. Paolo/ MONUMENTO Lunetta a fresco - Alessan-/ dro Araldi/ STAMPE N./ FOTOGRAFO Vaghi - Parma, 1931./ OSSERVAZIONI -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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