Parma - ex - chiesa dei Servi/ Particolare catino dell'a-/ bside - dip. dal Bernabei
negativo,
1931 - 1931
Bernabei Pier Antonio (1567-1630)
1567-1630
Bernabei Alessandro (1580-1630)
1580-1630
La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola. Sul fototipo sono visibili le impronte del portalastre. Sul lato emulsione è presente un'iscrizione ad inchiostro rosso cancellata: Inv. 6083
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Pittori - Italia - Sec.16-17 - Bernabei, Pier Antonio (1567-1630) - Bernabei, Alessandro (1580-1630)
Italia - Emilia Romagna - Parma - Ex chiesa di Santa Maria dei Servi - Affresco del sottarco del presbiterio - Storie di Cristo
Dipinti murali - Affreschi - Chiese
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MATERIA E TECNICA
VETRO
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Bernabei Pier Antonio (1567-1630): pittore
Bernabei Alessandro (1580-1630):
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le tre riprese (da N_000575 a N_000577) della decorazione pittorica eseguita nella ex-chiesa dei servi di Maria a Parma documentano soltanto alcuni brani del ciclo ad affresco dovuto ai fratelli Bernabei, Pier Antonio e Alessandro. Il loro intervento, databile all'inizio del secondo decennio del Seicento, si concentrò nella zona presbiteriale, raffigurando l'Ascensione nella cupola e proseguendo con le vicende della storia di Cristo nel sottarco del presbiterio stesso (N_000575 e N_000576) e nel catino dell'abside (N_000577). Le lastre vennero effettuate nel 1931 dal fotografo parmense di larga fama, Luigi Vaghi, probabilmente eseguite in stretta vicinanza alle due riprese delle lunette di Alessandro Araldi nel convento di San Paolo, datate al medesimo anno (vedi N_000578 e N_000579). Luigi Vaghi (1882-1967), "il fondatore della più prestigiosa azienda fotografica di Parma nel Novecento", ebbe un esordio "tanto precoce quanto qualificato": al termine delle scuole elementari venne impiegato come ragazzo di bottega nello studio di Enrico Rastrellini, celebre fotografo parmense (Camera oscura 1839-1920. Fotografi e fotografia a Parma, di Romano Rosati, 1990, p. 220). Già nel 1898, sedicenne, venne ingaggiato da Ettore Pesci come direttore del suo atelier (fino al 1902). Entrato nel 1904 in società con il coetaneo Giuseppe Carra (1882-1917, eccellente ritoccatore), i due aprirono uno studio a Parma in via Garibaldi 103, di cui Vaghi assunse la direzione tecnica e amministrativa. In seguito, nel 1913, fu rilevato l'atelier di Eugenio Fiorentini di via Angelo Mazza 17, mentre nel 1916 Vaghi divenne proprietario della Fotografia Moderna di strada Garibaldi 76, ponendovi Umberto Branchi come "conduttore fotografico". Dopo un disastroso incendio dello studio Vaghi & Carra, preceduto da furto, nel 1917 Carra morì all'ospedale militare a soli 35 anni. Vaghi proseguì l'attività intraprendendo nel 1920 un impegnativo progetto: acquistò l'ex chiesa di Santa Maria della Spina di via Cavour insediandovi il suo nuovo atelier (nel frattempo vennero chiusi gli stabilimenti di via Garibaldi 103 nel 1920 e di via Mazza nel 1921, solo la Fotografia Moderna venne mantenuta aperta). Gli anni Venti segnarono la completa affermazione di Vaghi, non solo a livello cittadino, ma anche presso i Savoia, di cui divenne nel 1922 fotografo ufficiale per i 5 successivi anni. Romano Rosati nel suo contributo sulla ditta Vaghi & Carra non dimentica di aggiungere che: "anche nel settore dei beni culturali egli presta validamente la sua opera professionale" come dimostrano le diverse lastre attualmente rintracciate nell'archivio fotografico SBAP dovute a Vaghi. Diversamente dal decennio precedente, gli anni Trenta videro la crisi dell'azienda in seguito al fallimento delle due banche presso cui il fotografo teneva i suoi depositi; così nel 1937 "per reagire alle difficoltà economiche, Vaghi, a 55 anni, sull'onda dell'espansionismo fascista, decide di tentare l'avventura dell'Africa orientale italiana" ad Asmara, aprendo uno studio di foto-ottica (Vaghi rientrò definitivamente in Italia nel 1952, ritirandosi dal lavoro). L'attività parmense sarà condotta dal figlio Bruno (1913-1972), fino alla morte, quando la moglie e la figlia donarono tutto il patrimonio fotografico allo CSAC dell'Università di Parma. L'azienda, ceduta ad una società milanese, venne chiusa nel 1982
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634206
- NUMERO D'INVENTARIO N_000576
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul pergamino: recto - MOBILE B [cancallato A] SCAF. VI N. 131 [cancellato 111]/ INVENTARIO N. 4783 [6083 cancellato]/ LUOGO Parma - ex chiesa dei Servi/ MONUMENTO Particolare catino dell'a-/ bside - dip. dal Bernabei/ STAMPE N./ FOTOGRAFO Vaghi - Parma, 1931./ OSSERVAZIONI -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0