La strada del rito
"La strada del rito" è un'installazione ambientale sulla via che congiunge Ulassai con la località Santa Barbara, si snoda nelle campagne fuori dal centro abitato per circa 7 chilometri, attraversa un paesaggio di rara bellezza e integrità naturalistica. L'intervento di Maria Lai si collega all'usanza degli ulassesi di andare in pellegrinaggio a Santa Barbara, patrona degli patrona di architetti, stradini, tagliapietre, muratori, cantonieri, protettrice contro i fulmini e il fuoco, per chiedere il dono dell'acqua (la santa è anche patrona dei Vigili del Fuoco). La strada diviene quindi un cammino che celebra quel rituale, attraverso una crasi tra la varietà dei pani portati dai fedeli durante le feste, i pesci che abbondavano nelle sorgenti tra le montagne, e l'evangelico miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, in cui l'atto della moltiplicazione dei due alimenti da parte di Cristo riesce a sfamare migliaia di persone. Il tema della moltiplicazione si presta alla serialità degli elementi che segnano i muri di contenimento del paesaggio, formelle 60x60 cm in cemento, alcune colorate in pasta, che rappresentano pani in forme diverse e pesci, secondo schemi di disposizione sui muri differenti. Alcune formelle sono stampate in altorilievo, altre invece in controrilievo, una tecnica poco usata nelle opere scultoree monumentali, che crea un gioco di luci e ombre, accentuato dalla decisione della Lai di colorare in pasta alcune delle formelle in cemento
- OGGETTO installazione ambientale
- AMBITO CULTURALE La Strada Del Rito
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ATTRIBUZIONI
Maria Lai (ulassai (nu) 27 Settembre 1919 – Cardedu, 16 Aprile 2013): scultore
- LOCALIZZAZIONE La strada del rito
- INDIRIZZO strada per Santa Barbara, Ulassai (NU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Terzo intervento sul territorio del Comune di Ulassai, nato dall'incontro di Maria Lai con l'ingegnere trasportista e docente dell'Università di Cagliari Gian Paolo Ritossa, e la collaborazione dell'impresa Vargiu di Jerzu (NU), per riqualificare, mediante interventi artistici, i muri di contenimento che erano stati realizzati per arginare il rischio di frane. L'artista dichiarò di non aver avuto un progetto preciso sulla collocazione degli elementi, e che aveva chiesto all'impresa di poterne modificare le sequenze, perché era il muro che decideva, non lei. Convinta che l'opera fosse in divenire, e passibile di modifiche sul momento, Lai racconta delle incomprensioni con i lavoratori dell'impresa, che giudicano difficile poter improvvisare la posa delle formelle. Nonostante questi intoppi, l'esito finale è comunque convincente, e ricorda le xilografie di M.C. Escher, come Cielo e acqua I e II (1938) o Metamorphose II (1939)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000244703
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0