stazioni della via crucis

dipinto, ca 1750 - ca 1799

Nella via crucis vengono rappresentate le quattordici stazioni che segnano i momenti più importanti della passione di Cristo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Napoletano
  • LOCALIZZAZIONE Oppido Lucano (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tratterò lo studio delle iconografie delle diverse stazioni della via crucis nelle schede figlie, preferendo soffermarmi sul problema della datazione e dell'identificazione del pittore di quest'opera. Greco ritiene le stazioni un'opera artigianale di scuola napoletana, del 1700 (Greco, 1998, p. 260). Nell'allegato della S.P.S.A.E., oltre ad una datazione al sec. XVIII, in assenza di firma, è avanzata una proposta d'identificazione del pittore con Andrea Giannico, artista cui è stata attribuita l'Ultima Cena che si trova nella Cappella del SS. Sacramento, nella Chiesa Madre d'Oppido Lucano (Regina M. V., in Percorsi d'arte, 1997, pp.77-79; Grelle, 2001, p. 130, p. 312). Di questo artista sappiamo poco: firma e data (1751) un'Ultima Cena nella chiesa matrice di S. Lorenzo di Laterza, opera in cui egli riprende il bozzetto del De Mura del Pio Monte della Misericordia di Napoli per la Cattedrale di Capua del 1750 (Pasculli Ferrara,in Nap. Nob., 1981, pp.54-55; Regina V., in Percorsi d'arte, 1997, p. 77). A lui vengono anche attribuite altre opere: l'Adorazione dei Pastori e le Scene della Vita di San Benedetto nella Parrocchiale di Laterza, copie rispettivamente, la prima, dell'Adorazione dei Pastori presente in S. Maria di Betlemme a Napoli, del De Mura, i secondi, dei bozzetti del Solimena delle tele di Montecassino (Pasculli Ferrara,in Nap. Nob., 1981, p. 55; D'Elia, in La Puglia tra Barocco e Rococò,1982, p. 296; Regina V., in Percorsi d'Arte, 1997, p. 77). Si tratta di un pittore che inizialmente replica Solimena, ma che poi risente fortemente dell'influenza di De Mura, che interpreta, non imitando pedissequamente (Pinto, 1998, p. 354). Analizzando la via crucis del convento di S. Antonio di Oppido Lucano, appare chiaro che il pittore di queste tele s'ispira all'arte napoletana, dovendo sottolineare come egli prediliga composizioni non complesse, animate da violenti tocchi di luce, da ombreggiature molto cariche e da colori intensi. Ha, inoltre, una pennellata veloce che pare maggiormente interessata a tradurre gli stati d'animo, che non a cogliere particolari; persino i volti dei personaggi principali, posti sempre in primo piano, sono appena accennati, così come è sommariamente disegnato lo sfondo. Inoltre, mi sembra che in queste tele, tanto il modo di realizzare i personaggi, quanto l'organizzazione dello spazio denuncino un certo "irrigidimento accademico", frequente in artisti anche di livello, come il citato De Mura (sv. De Mura, in L'Universale. Arte, 2005, p. 324), a partire dalla seconda metà del sec. XVIII, quando si diffondono le istanze neoclassiche (sv. De Mura, in L'Universale. Arte, 2005, p. 324). Dunque, queste considerazioni, oltre che un confronto stilistico tra queste tele e le opere attribuite a Giannico, che consideri la differente spazialità, il diverso uso dei colori, per non parlare poi di una capacità tecnica, che in Giannico appare maggiore rispetto al pittore attivo ad Oppido (si confrontino, per esempio, i volti di Cristo nella via crucis con quello dell'Ultima Cena di Oppido Lucano e, soprattutto, col volto di Gesù nelle tele di Laterza; si veda come la tavolozza cromatica che in Giannico è ricca e luminosa, nella via crucis si faccia più cupa e meno varia), induca ad escludere la possibilità che possa essere il pittore laertino. Probabilmente si tratta di un artista che guarda all'arte napoletana della seconda metà del Settecento, in cui le tendenze solimeniane e demuriane iniziano ad essere "corrotte" dall'accademismo e da un forte classicismo. Infine, volevo evidenziare una certa discontinuità stilistica tra alcune tele, per esempio tra la prima stazione e la seconda, discontinuità che spesso si traduce anche in un modo diverso di rendere i personaggi (si guardi come Cristo, nel primo episodio, sembri avere un aspetto quasi femmineo), fatto questo che fa pensare ad un lavoro di bottega, più che di un singolo artista
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700166955-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1750 - ca 1799

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE