altare, opera isolata - ambito Italia meridionale (prima metà sec. XVIII)

altare, ca 1700 - ca 1749

L'altare è addossato alla parete. E' costituito da due possenti lesene (che terminano con una decorazione semicircolare, leggermente aggettante, triforata) che delimitano il paliotto, al cui interno è posto lo stemma della famiglia Carullo. All'estremità dell'altare, sono poste due robuste volute, su cui s'innestano due gradini. Il tabernacolo è assente. La mostra d'altare è collegata direttamente all'altare ed è, in realtà, una struttura in stucco che fa da cornice al trittico con la Maddalena, la Madonna con Bambino e la S. Caterina d'Alessandria. Questa struttura è costituita da quattro lesene, decorate con un motivo floreale, terminante con una trabeazione leggermente aggettante, sopra cui è collocato un ampio clipeo, affiancato da una coppia di tre teste d'angelo, entro cui è posto un dipinto raffigurante la SS. Trinità

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA stucco/ pittura
  • MISURE Profondità: 67 cm
    Altezza: 160 cm
    Larghezza: 240 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
  • LOCALIZZAZIONE Oppido Lucano (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Indubbiamente l'elemento più interessante di questo altare è costituito dal trittico rappresentante una Madonna con Bambino tra la Maddalena e S. Caterina d'Alessandria, opera attribuita ad Antonio Stabile e datata alla seconda metà del sec. XVI (Greco, 1998, p. 254; De Rosa, 2001, p. 17). L'altare è erroneamente detto "delle Tre Maria" da Giannone, che c'informa che è stato ius patronato di casa Cassano (Giannone, 1978, p. 169). Osservando l'altare, sul paliotto, spicca lo stemma della famiglia Carullo (Greco, 1998, p. 254). Infatti, dalle fonti apprendiamo che l'altare di S. Maria delle Grazie fu concesso alla famiglia Polichisio (Polichizio) e, dopo l'estinzione di questa, venne concesso alla famiglia Carulli (cfr. il Sommario dello Statuto di tutti i Conventi della riformata Provincia di Basilicata, del 1723, riportato in: Ciotta, Ins. francescani, 1988, p. 156; Greco, 1998, p. 252). Nella Visita Pastorale del 1738, l'altare della Beata Vergine delle Grazie è detto della famiglia Carullo (Greco, 1998, p. 251). La presenza all'interno della chiesa di uno stemma, in cui è riportato il nome di Domenica Carullo (SPSAE MT E 37544), stemma anticamente posto sotto questo altare, quando si trovava sulla parete destra (Greco, 1998, p. 496), dimostra che questa famiglia svolse un ruolo importante per il convento di S. Antonio. E' chiaro che non possiamo essere certi che l'altare di cui parlano le fonti sia proprio quello giunto sino a noi, se, cioè, non si siano avute modifiche nel corso dei secoli. Si deve notare, per esempio, che nella Visita Pastorale, l'altare è intitolato alla Madonna delle Grazie, soggetto che non compare nel trittico. Certo è che la presenza dello stemma gentilizio crea una relazione diretta tra la famiglia committente e l'altare di cui aveva lo giuspatronato. Infine, è da rilevarsi che la sua qualità, non certo alta, fa pensare che sia stato realizzato da un artigiano locale, nella prima metà del sec. XVIII, probabilmente nei primi decenni, come suggeriscono anche i confronti che possono effettuarsi soprattutto con il vicino altare del Crocifisso
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700166938
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • STEMMI sul paliotto dell'altare - familiare - Stemma - Famiglia Carullo - Lo stemma è organizzato in due parti: a destra, sono rappresentate tre colline, su cui sono posti un felino, al centro, e due alberi, ai lati. Nella sezione di sinistra sono, invece, rappresentate tre colline, su cui sono posti due leoni, che si affrontano, divisi da un oggetto. Queste figure sono sormontate da tre stelle
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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