riposo nella fuga in Egitto

pala d'altare, ca 1650 - ca 1674

Personaggi: Madonna; S. Giuseppe; Bambino. Animali: asino. Piante: albero di ciliegio

  • OGGETTO pala d'altare
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italia Meridionale
  • LOCALIZZAZIONE Calvello (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è opera notevole, soprattutto per la finezza dell'esecuzione. Dall'inventario delle opere della chiesa della Soprintendenza al P.S.A.E., leggo alla voce autore "f.to Baroccio", cioé firmato Baroccio, firma da me non trovata durante il mio sopralluogo. De Bonis pone molta attenzione alla tela che dice "attribuita a Federico Fiore, detto il Baroccio" (De Bonis, 1982, p. 57; De Bonis, 1996, p. 54; sull'attribuzione al Barocci anche Lisanti, 2003, p. 31). La questione dell'attribuzione di quest'opera al Barocci è cosa alquanto complessa e dovrebbe reggersi su elementi stilistici e storici: l'attribuzione della tela implicherebbe, infatti, una sua esecuzione precedente all'altare del 1653, in quanto l'artista muore nel 1612 e, comunque, dovrebbe indurre lo studioso che la ritiene autografa del Barocci a giustificare la sua presenza a Calvello, ipotizzandone la commissione, l'acquisto, in sintesi, l'importazione. Come già accennato, non so dove la firma era collocata, oppure l'espressione "f.to Barocci" indicherebbe solo un'attribuzione. Federico Fiore, detto il Barocci, vissuto tra il 1528-35 e il 1612, opera ad Urbino, Roma, Parma, Perugia "partecipando al rinnovamento della tradizione raffaelesca [...] e giungendo ad un manierismo fatto di effetti evanescenti, di colori sfumati e di composizioni affollate e movimentate che, per molti versi, prelude al barocco" (Enciclopedia, 1986, p. 73). Indubbiamente la tela di Calvello richiama nel trattamento del soggetto le opere del Barocci: il pittore, infatti, realizza tre versioni del tema del Riposo durante la fuga in Egitto, la prima, nel 1571, per il matrimonio di Lucrezia d'Este, passata in Inghilterra, ed oggi dispersa, la seconda, realizzata per il conte Antonio Brancaleoni, ora a Piobbico, la terza, che è la versione più nota, del 1573, conservata nella Pinacoteca Vaticana (Mostra sul Barocci, 1975, pp. 85-87; Olsen, 1962, pp. 153-155). Dalla versione vaticana vengono fatte diverse copie, elencate da Olsen (Olsen, 1962, pp. 154-156: Olsen non cita l'opera di Calvello; Mostra, 1975, p. 86). Una riproduzione della versione vaticana è riportata da De Bonis (De Bonis, 1996, p. 56), mentre nel testo relativo alla mostra su Barocci è presente una foto della versione di Piobbico (Mostra, 1975, fig. 58). Queste opere sono importanti poiché permettono di rilevare le differenze stilistiche tra l'opera di Calvello e i modelli originari: a Calvello prevale una linea di contorno netta, l'uso di una tavolozza cromatica che predilige tinte acidule e fredde (gli azzurri, i gialli), assente è lo sfumato, l'atmosfera soffusa e avvolgente delle opere del Barocci. Si osservi il volto del Bambino di Calvello che richiama nella carnagione lunare, nei bei boccoli d'oro, i putti del Borghese, esponente, a Napoli, di un tardo manierismo controriformato (Barbone Pugliese, in Opere d'arte restaurate, 1985, p. 27). Credo che proprio attraverso Napoli, sia giunto all'artista, attivo a Calvello, il modello, una copia da disegno o dai quadri, dell'opera del Barocci. D'altra parte, le copie delle opere del Barocci dovettero avere grande fortuna, come dimostra, sempre in Basilicata, una copia de Il Perdono d'Assisi, eseguita da Attilio De Laurentis per la chiesa del convento di S. Antonio a Rivello, utilizzando un'incisione del Maestro (Grelle, 2001, p. 307). In sintesi, ritengo probabile che l'opera di Calvello sia stata realizzata in contemporanea con l'altare nel 1653, da parte di un artista, orientato culturalmente verso Napoli, che replica il modello del Barocci, conosciuto attraverso copie
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700136090
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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