Santo

dipinto, ca 1640 - ca 1660

Il santo, rappresentato con un aspetto giovanile, è dipinto di profilo mentre è intento a leggere. Indossa il saio francescano, ed è raffigurato con una carnagione leggermente scura, chierica, e tratti fisognomici delicati

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria del Piano
  • INDIRIZZO Corso Giuseppe Garibaldi, Calvello (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli affreschi dipinti nel chiostro di S. Maria del Piano rappresentano le storie di Maria e dei santi Francesco e Antonio da Padova. Se la rappresentazione dei momenti più importanti della vita di questi santi risponde chiaramente alla devozione dei francescani, la presenza delle storie della Vergine, penso, sia dovuta, oltre a motivi devozionali (S. Francesco lodava la Vergine, sia come madre di Cristo, che come madre e avvocata dell'Ordine; Bibliotheca Sanctorum, 1964, V, p. 1079), anche al fatto che il chiostro è annesso alla chiesa di S. Maria del Piano: sarà una coincidenza ma le storie di Maria sono campite proprio lungo la parete che confina con questa chiesa. L'analisi degli affreschi e, quindi, una loro datazione non può prescindere dallo stato di conservazione di questi che, in alcuni casi, richiederebbe un ulteriore restauro. A tutt'oggi, lo studio più importante sugli affreschi del chiostro di Calvello è stato fatto da Simonetti, nel 1988, che, oltre ad identificare i vari episodi rappresentati, li ha datati tra la fine del sec. XVII e gli inizi del sec. XVIII, notando come del loro pittore non esista notizia biografica e come questi miri più a narrare al popolo le virtù dell'Ordine, che alla qualità artistica (Simonetti, in Insed. francescani, 1988, p. 48). Eccetto De Bonis, che ha datato gli affreschi al sec. XVII secolo (De Bonis, 1982, p. 27), altri studiosi seguono la datazione proposta da Simonetti (si veda Masini, 1996, p. 50: Lisanti, 2003, p. 26).Per la datazione di questo ciclo ritengo opportuno fare alcune considerazioni riguardanti la storia del convento, oltre che effettuare un'analisi stilistica e iconografica delle scene rappresentate e dei santi che ornano le volte del chiostro. Da un punto di vista storico sappiamo che i francescani giunsero a Calvello nel 1588, in numero di dieci: in un primo momento il convento era casa di noviziato, diventando nella seconda metà del sec. XVII, casa di studio per gli studenti di filosofia (Petrizzi, in Insed. francescani,1988, p. 44). La presenza di questa casa di studio, credo, giustifichi la realizzazione di un programma così ricco, che comprende l'albero dell'Ordine, episodi della vita dei santi Francesco e Antonio da Padova, ma che si arricchisce dell'immagine di beati, clarisse, papi, cari ai francescani, aggiornando al santoriale santi, come S. Salvatore d'Orta e S. Giacomo dalle Marche, di "recente" beatificazione. Proprio l'analisi del santoriale aiuta a creare dei limiti temporali per la realizzazione degli affreschi, che in aggiunta all'esame stilistico, confermano una datazione alla metà del sec. XVII. Una prima precisazione va fatta, considerando il fatto che le ultime scene, per esempio quelle riguardanti S. Francesco, siano state realizzate dopo il ciclo: la presenza del Beato Salvatore d'Orta, beatificato nel 1606, di S. Giacomo della Marca, canonizzato nel 1726, ma beatificato nel 1624 (Farmer, 1989, pp. 198-199, p. 385; si vedano anche le rispettive voci in Bibliotheca Sanctorum) e, non ultimo di S. Pietro d'Alcantara, santo spagnolo, canonizzato nel 1669 (Farmer, 1989, pp. 356-357) aiutano a datare questa parte del ciclo dopo il 1669, mentre la parte, che io ritengo precedente, prima della fine del sec. XVII. Anche la rappresentazione dell'Ordine francescano ci fornisce informazioni utili alla datazione di questo ciclo: tra i santi rappresentati a Calvello ve ne sono alcuni comuni a molti conventi francescani, dalla B. Verdiana a S. Elzeario, da S. Elisabetta d'Ungheria a S. Humiliana, dalla B. Lucia alla Beata Rosa. Ma si tratta di S. Rosa da Viterbo o Rosa da Lima? Credo che la santa rappresentata sia B. Rosa da Viterbo, già raffigurata a Tito, santa il cui nome è presente nell'edizione del Martirologio romano del 1583, appartenente al 3° Ordine francescano, la cui figura fu esaltata soprattutto nel corso del sec. XVII (Farmer, 1989, pp. 382-383). Altrettanto importante è, però, l'assenza di altri santi, cari ai francescani, come, per esempio,S. Rosa da Lima, santa facente parte del 3° Ordine domenicano, canonizzata nel 1671 (Farmer,1989, p. 383). Il suo culto sarà fortissimo in Italia, in America Latina, e, a Calvello, è testimoniato, per esempio, dalla sua presenza in una tela (Madonna del Rosario), nella chiesa di S. Maria del Piano. La presenza di una scuola di Teologia implica che i frati di Calvello fossero colti, aggiornati ad avvenimenti, quali le canonizzazioni di santi legati al loro Ordine. In quest'ottica, è interessante osservare la presenza dell'immagine dell'Immacolata visto che proprio i Teologi francescani ebbero un ruolo determinante per l'affermazione del dogma (Giannatempo M., in Insediamenti francescani in Basilicata, 1988, I, p. 101).L'assenza, per esempio, dell'immagine di S. Rosa da Lima, in virtù di questo ragionamento, suonerebbe strana, a meno che gli affreschi non siano stati realizzati prima della sua canonizzazione (1671), anche perchè la diocesi di Calvello (continua)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700135494-48
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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