S. Cataldo predica ai tarantini (?)

dipinto, ca 1640 - ca 1660

Personaggi: San Cataldo. Figure: tarantini

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 40
    Larghezza: 53
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
  • LOCALIZZAZIONE Matera (MT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cripta di S. Guglielmo viene citata da Gattini e da Volpe come grancia della chiesa di S. Pietro Barisano sino al 1591, quando viene costruita la chiesa di S. Agostino (Gattini, 1970, p.194; Volpe, 1979, p. 244).Nel 165 8 il Convento venne ampliato (Tommaselli, 2000, p. 57).Ulteriori manomissi oni si sono avute in seguito alla riedificazione nel 1747 della chiesa di S. Agostino (Padula-Motta-Lionetti, 1995, p. 164). Al suo interno sono cam piti opere eterogenee che possono essere attribuite ad artisti diversi ope ranti in momenti diversi. Devo notare che il santo vescovo, identificabile dalle poche lettere pervenuteci, forse, con S. Cataldo (proposta d'identi ficazione presente anche nella relazione di restauro), è inserito in una c ornice diversa da quella che chiude le figure di S. Silvestro e S. Barbara , pur essendo dello stesso autore: si confronti per esempio il modo di all ungare il naso, di trattare la barba, di tagliare gli occhi. E' anche vero che la materia pittorica sembra meno carica e stesa con minore finezza ne i dettagli. Scompare anche la maschera, entro cui è campito il titulus, ch e viene, infatti, dipinto sulla cornice. Inoltre, quest'immagine è circond ata da quattro ulteriori scene, a dimostrazione della particolare venerazi one che veniva attribuita a questo santo, che da un punto di vista iconolo gico dovrebbero essere riferite proprio alla vita e alla predicazione di S . Cataldo. D'altra parte la cornice ingloba perfettamente le scene che pot rebbero essere identificate dubitativamente, l'episodio di cui s'intravede la nave, con il naufragio del santo a Taranto, quello successivo con la p redicazione ai tarantini e, l'altro, con la resurrezione di un morto. Il c ulto può essere stato favorito dalla vicinanza al capoluogo jonico e dal f atto che Matera sino al 1663 fa parte della Terra d'Otranto. L'eleganza di S. Cataldo è memore della tradizione manieristica italiana, memore in qua nto ne è una rielaborazione tardiva e locale (la Basilicata è regione cons ervatrice); anche gli episodi della vita del santo, dallo stile vivace e c oncitato sembrano suggerire una datazione alla metà del Seicento (in Padul a-Motta-Lionetti, 1995, p. 164, si parla di un "affresco con scene di un m iracolo interessante personaggi in abiti seicenteschi"). D'altra parte S. Cataldo mi sembra (purtroppo durante il mio sopraluogo la cripta, a causa di lavori, non era illuminata) dello stesso autore della vicina Glycophilo usa, opera che rimanda per esempio alla Vergine in trono presente in S. Pi etro Barisano, condividendone pertanto una datazione similiare alla metà d el sec. XVII. Anche il paragone col S. Silvestro, della medesima cripta, avvalorerebbe una datazione alla metà del Seicento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700133490-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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