storie della vita di Cristo

decorazione pittorica, ca 1110 - ca 1110

La Chiesa Principale è costituita da due navate voltate e absidate, orientate ad EST, e da un vano lungo voltato a botte trasversale a queste ultime. La decorazione pittorica si estende su tutte le pareti e sulla volta a crociera della navata più grande, quella addossata alla facciata. L'apparato pittorico è organizzato in registri e riquadri

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 340 cm
    Lunghezza: 480 cm
    Larghezza: 330 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Campano
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa Principale, altrimenti detta Chiesa Superiore
  • INDIRIZZO S.S. 163, km 4, Maiori (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli affreschi erano stati ricoperti da scialbature già nel Seicento. Solo negli anni Ottanti del secolo scorso la Soprintendenza BAAAS di Salerno dava inizio ad una serie di interventi di restauro che riuscivano a svelare tutte le immagini dipinte, e a rendere così fruibile l'intero complesso eremitico. Partendo dall'ornamentazione della volta ritroviamo Cristo pantocratore tra Arcangeli, Simboli degli Evangelisti e Profeti, poi lungo le pareti abbiamo l'Annunciazione, la Visitazione, la Natività, l'Annuncio ai pastori, l'Adorazione dei Magi, infine al livello più basso abbiamo figure di Santi, invece nell'abside Bergman vi ipotizzava la presenza della Madonna, con la funzione di mediazione tra Cristo e i Santi; nell'antistanza longitudinale, ove oggi ritroviamo solo la Crocifissione, potevano esserci storie della Passione di Cristo a decorare volta e pareti. La compresenza del tema dell'Incarnazione con quello della Crocifissione e con i personaggi del Vecchio Testamento colloca l'eremo di Maiori nell'orbita teologica e culturale dei Benedettini, in quanto maggiormente interessati al movimento di riforma della Chiesa; non a caso una nuova stagione di vita del complesso, con conseguente ampliamento verso l'alto, si apre all'indomani del 1087, anno in cui esso veniva donato all'abate Pietro Pappacarbone della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni. L'autore del ciclo dimostra una conoscenza tutt'altro che superficiale dei rotuli miniati diffusi nell'area tra la Campania ed il Lazio. Questi ultimi consentivano la diffusione dei repertori bizantini che sono alla base delle scene raffigurate, e che erano noti anche ad Amalfi, in quanto evidenti nelle decorazione delle facce della cassetta di Farfa. I nostri affreschi rinviano ulteriormente al Lazio anche per i legami con certi mosaici romanici di Santa Maria del Monacato in Castrocielo (Bergman 1995, p. 39) e in particolare con i mosaici romani della cappella di San Zenone in Santa Prassede (Bergman 1995, p. 37; Braca 2003, p. 36). Tali coordinate inducono a considerare compatibili gli affreschi della Chiesa Principale con la data 1110 apposta in facciata in corrispondenza della monofora centrale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500863397-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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