Alba sul mare. Marina

dipinto, 1930 - 1930

Figlio d’arte, Raffaello Celommi si forma all’Accademia di Belle Arti di Roma e terminati gli studi torna a Roseto, dove affianca il padre nell’attività artistica. La vicinanza paterna ha influenzato la sua produzione soprattutto nella scelta dei soggetti, infatti sono le scene marine e di pesca ad attribuirgli non solo l’appellativo di figlio d’arte, ma anche quello di “pittore della luce”. Raffaello, nonostante scelga il medesimo repertorio iconografico del padre, è riuscito a definire una propria cifra stilistica. In "Alba sul mare", infatti, il cromatismo materico e lo schiarimento del colore rosso al centro della tela sono gli elementi che più lo contraddistinguono. L’incresparsi delle onde, il gioco di riflessi e di riverberi innestati tra cielo, mare e battigia restituiscono allo spettatore la sensazione visiva tipica dell’alba. L’artista racconta la partenza delle paranze abruzzesi alle prime luci del giorno; spettatrice d’eccezione, una donna probabilmente consorte di un pescatore in partenza. La giovane, seguendo con lo sguardo il suo amato che si allontana all’orizzonte, stringe nella mano destra una cesta di vimini e sotto il braccio sinistro una sciabica, oggetti legati ad un’antica tradizione ittica

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