Sul mare. Marina con pescatori e barche

dipinto, 1928 - 1928

Lo studio come luogo di lavoro era ormai un’abitudine molto diffusa presso gli artisti abruzzesi attivi tra la fine dell’ Ottocento e la prima metà del Novecento, infatti, se Cascella con i suoi figli lavorava a bottega e, il maggiore dei fratelli vastesi Palizzi creava in laboratorio, i Celommi dipingevano al “castelletto”. A pochi passi dalla battigia, caratterizzato da merlature guelfe, il “castelletto” venne chiamato così per via del suo stile “falso medioevo”, qui padre e figlio, illuminati da ampi finestroni aperti sul mare, lavoravano l’uno al primo piano e l’altro al piano terra. La consueta partenza mattutina delle paranze diviene quindi una delle tematiche ricorrenti nelle tele di Raffaello Celommi. In “Sul mare” il lavoro dei vecchi pescatori rosetani si inserisce all’interno di una precisa trama pittorica articolata dalle vele gonfiate dal vento e dalle prime luci dell’alba. I colori e le sfumature si riflettono sul mare, tanto da trasformare l’Adriatico nella sintesi cromatica della tavolozza impiegata dall’artista. Una luminosità cangiante avvolge l’intera scena, motivo per cui, come suo padre, anche Raffaello Celommi ricevette dalla critica l’epiteto di “pittore della luce”

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