storie di San Nicola di Bari

dipinto, ca 1302 - ca 1310

Il ciclo di affeschi si snoda sulla superficie muraria dell'arcata e si articola in tre registri orizzontali e paralleli, scanditi da cornici che inquadrano le nove scene. Il registro superiore è interamente occupato da un'unica scena, la Crocifissione, affiancata da due clipei figurati. I due registri inferiori sono tripartiti. Le scene sono inquadrate da cornici in stile cosmatesco e da un lungo e continuo fregio orizzontale che corre nella parte inferiore e superiore del registro mediano. Questo fregio è decorato con racemi e teste di santi, entro cornici quadrilobate. I riquadri delle singole scene, sono intervallate verticalmente da colonnine tortili dipinte

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Tosco-romano
  • LOCALIZZAZIONE MONTEFIASCONE (VT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione dell'arcata con la Crocifissione, le Storie di S. Nicola e Santi è databile stilisticamente agli inizi del sec. XIV, certamente dopo il 1302 ma entro la fine del primo decennio poichè il 1302 è da ritenersi la data probabile dell'esecuzione della campata. Gli affreschi presentano divergenze formali tali da fare attribuire il registro inferiore, con i Santi e S. Nicola che salva dalla decapitazione i tre condannati, ad un maestro romano, forse lo stesso autore degli affreschi dell'arcata con le storie di S. Catrerina d'Alessandria, della Natività, e degli affreschi in controfacciata (Cristo e Apostoli) sempre nella chiesa inferiore di S. Flaviano. Vengono atttribuiti ad altra mano la scena della Crocifissione e le tre sottostanti storie. Van Marle suggerisce un maestro toscano, mentre Donati proponeva i nomi di due pittori: Gregorio e Donato di Arezzo. Non si può escludere, tuttavia, la presenza di un pittore romano a cui erano note le formule giottesche di quegli anni. Nei riquadri del registro inferiore, si palesano ricordi della pittura di Pietro Cavallini, soprattuto nei volti e nei panneggi. Nelle zone superiori sono chiare le citazioni giottesche nell'esecuzione prospettica degli edifici e anche nella Crocifissione, ricca di animazione. Non sembra comunque che si possa parlare di un seguace diretto di Giotto. Le cornici decorative che separano le scene sono in stile cosmatesco e le colonnine toritli sono presenti anche negli affreschi della controfacciata. L'ampia fascia orizzontale, con le teste di santi, sembra citare la Cappella degli Scrovegni a Padova ed è ripetuta da Gregorio di Arezzo, per esempio, anche nella chiesa di San Domenico in Arezzo.Il ciclo di affreschi è stato restaurato nel 1977 (si veda la perizia n. 1 del 28 giugno 1977) e nel 1986 da Pizzinelli (perizia n. 4 del 1985)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200208845-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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