edicola, opera isolata - produzione senese (sec. XIV)

edicola, ca 1329 - ca 1379

Edicola sormontata da guglie a guisa di ciborio terminante a tre cuspidi. Ai due lati due colonne composite, dai cui capitelli sorgono due pilastri che delimitano un arco a sesto acuto trilobato. Sui tre sporti intagliati si innalzano frontoni e pinnacoli. La guglia ottagona centrale è a rampanti e termina con un acroteria che un tempo faceva da piedisteallo ad una statuetta ora perduta, Gli intarsi rimasti sono ornati da figguure geometriche. Sotto gli angoli del tabernacolo è rimasta parte della tavola intarsiata con la Crocifissione di Cristo, le altre raffigurazioni ad intarsio sono andate perdute. Il lato destro dell'edicola è chiuso da una graticola a rose quadripartite, sull'altro lato si apre un arco trilobato impostato su due colonnette

  • OGGETTO edicola
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ intarsio
  • MISURE Profondità: 96 cm
    Altezza: 577 cm
    Larghezza: 137 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Senese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'opera del Duomo
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Soliano
  • INDIRIZZO piazza Duomo, 24 - Orvieto (TR), Orvieto (TR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE E' una delle due edicole laterali all'arco di accesso al coro del Duomo di Orvieto, quello "a cornu evangeli". Dell'altra edicola, "a cornu epistolae", rimagono nel museo pochi frammenti. La loro funzione era quella di accogliere le due dignità del capitolo, ma in quest'edicola si sedeva anche il vescovo quando assisteva alle cerimonie liturgiche. Sempre da questa edicola i canonici davano il possesso del vescovato al nuovo vescovo e da lì lo conducevano all'altare maggiore e all'episcopio. In quest'edicola sono andati perduti l'intarsio con la Madonna con Bambino, parte della crocifissione (Maria, Maddalena, angeli oranti, guerrieri e San Domenico) descritti dal Fumi nel 1891. La guglia centrale ottagona con rampanti è simile a quella del disegno destinato al campanile di Firenze, conservato presso il Museo dell'Opera del Duomo di Siena. Il coro era originariamente collocato all'incrocio del transetto, poi nel 1541 venne trasferito nell'abside ad opera del Sangallo. Nel 1859 Lodovico Mari e Girolamo dei Conti Sarcinelli rimossero le parti rovinate, tutt'ora conservate nel Museo, e ne eseguirono delle copie. Capomastro dei lavori del coro fu dal 1329 al 1339 Vanni di Tura dell'Ammannato, architetto ed intagliatore senese, coadiuvato da Jacopo del Lotto, Ambrogino di Meo e Nicola di Nuto. Ma al coro lavorarono anche molti altri carpentieri e intagliatori
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000060999
  • NUMERO D'INVENTARIO 16852
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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