Il pannello è costituito da una sola asse con venature orizzontali, che sullo spessore presenta resti di chiodi in legno a testimoniare l’assemblaggio con altri pannelli. I due alveoli per i vetri colorati sono scavati direttamente nel legno. Il disegno è a pennello con colore scuro. Le aree da dorare e da dipingere sono delimitate da incisioni; la lamina d’oro dello sfondo è applicata a guazzo su bolo rosso. L’aureola è tracciata con il compasso e decorata a mano libera e punzone. Le lettere del nome sono dipinte e dorate a missione. Nei pennacchi sopra i capitelli erano incastonati vetri colorati andati perduti. L’opera è stata oggetto di rilevanti modifiche strutturali, in particolare relative al supporto ligneo che ha subito una drastica riduzione lungo tutto il perimetro e la perdita della cornice originale. Durante il restauro del 1992, in fase di pulitura della superficie pittorica, lungo la ghiera dell’arco è emersa l’iscrizione che ha permesso di identificare la figura con quella di sant’Andrea (cfr. Garibaldi, 2015, pp. 131-132)