Cristo crocifisso, Madonna e santi
Il supporto è costituito da un’unica asse lignea, sagomata con sei tabelle di formato rettangolare. La cornice perimetrale è intagliata nello scasso del legno. Gli strati preparatori sono in stucco di gesso e colla, steso a più strati. La lamina d’oro è applicata a guazzo sul fondo, quella metallica dorata a mecca, è usata per le iscrizioni, il perizoma, il reticolato nella parte inferiore e le decorazioni a stella negli alveoli. Le indagini diagnostiche del 1993 hanno appurato che l’opera, nel corso dei secoli, ha subito numerose ridipinture: un primo intervento fu effettuato ancora in età medievale e comprese anche l’asportazione dei vetri graffiti o colorati degli alveoli, contestualmente sostituiti dalle decorazioni in oro a conchiglia e stagno dorato. Con il restauro del 1993 sono stati riscoperti alcuni brani pittorici, come l’iscrizione che identifica il piccolo san Francesco ai piedi della croce nel recto, il sangue che scende fino a terra nella faccia posteriore e il disegno a punzonatura e a incisione delle aureole (TECNIRECO, 1993)
- OGGETTO croce dipinta
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MISURE
Altezza: 129 cm
Larghezza: 77 cm
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ATTRIBUZIONI
Maestro Di San Francesco (attribuito): esecutore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Margaritone D'arezzo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
- INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Molto probabilmente la croce proveniva dalla piccola chiesa di santa Maria della Misericordia, essendo stata rintracciata negli inventari dell’omonimo ospedale da Biganti (2006). Una tale presenza sembra confermata anche dagli inventari quattrocenteschi che parlano di una croce “de ligno picta cum botonibus” e anche “de ligno deaurata in tucte doie facie cum boctonibus circum circa”. Dall’altare della prima cappella nel 1537 la croce passò sull’altare maggiore e poi in sagrestia, da dove venne prelevata prima del 1879 per essere trasportata in Pinacoteca come deposito della Congregazione di Carità. Romano (1994, pp. 55-57) ha ipotizzato un'originaria collocazione in San Francesco al Prato per le affinità tipologiche con la grande Croce (inv.26) dipinta dallo stesso artista per l'altare maggiore di questa chiesa e per la presenza del san Francesco orante ai piedi della Croce. Il dipinto è stato, inoltre, inserito da alcuni studiosi in una serie di oggetti utilizzati sia ad uso processionale, che come contenitori di reliquie in uso nel XIII secolo in area umbro-spoletina legati all’espansione francescana in Umbria, quali la croce di sant'Alò a Spoleto, quella del Museo di san Francesco ad Assisi, la croce del Fogg Art Museum di Cambridge, quella della Pinacoteca Vaticana e quella conservata al Louvre. L’attribuzione al Maestro di San Francesco è stata ribadita anche da Pierini (2016, pp. 114-116) sulla base di un’attenta lettura della documentazione di restauro. (cfr. Garibaldi, 2015, pp. 134-136 con bibliografia precedente e Pierini, 2016)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016079-1
- NUMERO D'INVENTARIO 18
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
2023
- ISCRIZIONI accanto a San Francesco - S. FRANCISCUS - capitale - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0