calice, opera isolata - bottega italiana (fine sec. XIX)

calice, 1890/ 1899

La base, a sezione circolare, è impostata su un gradino liscio, che una cornice con serto di foglie d'alloro avvolto da nastro raccorda al corpo centrale. Questo, delimitato da una liscia cornice bombata, reca la raffigurazione ad alto rilievo di Cristo nell'orto degli ulivi: un angelo, che tiene la croce con la sinistra, porge con la destra il calice al Cristo in preghiera, mentre gli Apostoli dormono sulla nuda roccia. Sul fusto è rappresentata a tutto tondo la Flagellazione: attorno alla colonna poggiante su plinto, alla quale è legato il Cristo flagellato, stanno due aguzzini, colt i nell'atto di brandire le fruste. Nel sottocoppa traforato è raffigurata la Resurrezione: all'arrivo delle pie donne, un angelo col calice nella destra indica con la sinistra il Cristo, che risorge dal sepolcro vuoto fra due guardie spaventate. Sotto la base è applicata a incastro una lamina circolare, al centro della quale è saldata una ghirlanda d'alloro che incornicia lo stemma Capponi

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ foratura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Insieme alla palmatoria (scheda 20000007), alle ampolline (scheda 20000013 ), al vassoio portampolle (scheda 20000014), al campanello (scheda 2000001 1), alla legatura di libro liturgico (scheda 20000012) ed al leggio (scheda 20000010), il calice fa parte del servizio in argento di proprietà dell' arcivescovo di Pisa Ferdinando Capponi (1835-1903): purtroppo la totale mancanza di notizie documentate impedisce di far luce sul modo in cui questi arredi sono stati acquisiti dall'Opera. Le differenze stilistiche riscontrabili tra i vari oggetti dimostrano che questi non costituiscono un gruppo omogeneo, ma sono stati eseguiti da orafi diversi. Il calice, riflettendo quella cultura che, sulla scia dell'Inghilterra e della Francia, si sviluppa anche in Italia sul finire del XIX secolo, si pone come uno straordinario esempio di ripresa del gusto rinascimentale e barocco sotto molti aspetti. In primo luogo, quel suo carattere di eccezionalità, che lo colloca al di fuori della consueta e standardizzata produzione orafa, facendone un unicum, lo avvicina a quegli arredi di grande pregio realizzati nel Cinquecento e nel Seicento da artisti celebri per committenti importanti. In un contesto culturale come quello di fine Ottocento, che avverte molto forte la dicotomia fra arte e industria, il calice Capponi si pone come un tipico esempio del grado elevato raggiunto dal lavoro artigianale in contrapposizione con il carattere seriale scadente della produzione industriale. Nel nostro oggetto, però, la ripresa del gusto rinascimentale e barocco è riscontrabile non soltanto nell'esaltazione del virtuosismo tecnico dell'orafo, ma anche nell'accentuazione della componente coloristica, evidente nel contrasto tra le parti dorate, costituite dalla cornice con serto d'alloro della base, dalla colonna del fusto e dalla coppa, e quelle rimanenti non do rate. Il sistema decorativo è organizzato, come avveniva nel Medioevo e ne l Rinascimento, secondo un preciso programma iconografico, che, sviluppandosi dalla base al sottocoppa, ripercorre alcuni dei momenti salienti della vita di Cristo, dall'Orazione nell'orto degli ulivi, alla Flagellazione, alla Resurrezione. Nella realizzazione della base e del fusto figurato l'orafo si trasforma in scultore, rielaborando modelli pittorici quattrocenteschi: la raffigurazione ad altorilievo del Cristo nell'orto riecheggia quel la di Giovanni Bellini del 1460, come la Flagellazione a tutto tondo richiama alla memoria il gruppo centrale dell'analogo soggetto dipinto da Luca Signorelli nel 1480. Il calice diventa una scultura: per cogliere interamente le scene è necessario girare intorno all'oggetto. Questo vale in parti colare per la Resurrezione sbalzata a bassorilievo sul sottocoppa, sul qua le si svolge come un fregio dipinto. La ricchezza di particolari paesaggistici, come le minuscole piante che fanno capolino tra le rocce sulla base e gli alberi sul sottocoppa, si unisce alla resa minuziosa delle corde che legano il Cristo e delle vesti e dei flagelli dei carnefici sul fusto, accentuando il carattere descrittivo e narrativo delle scene
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665733
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665733
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
    2014
  • STEMMI al centro della lamina applicata sotto la base - religioso - Stemma - Capponi - Scudo trinciato sormontato da un galero a tre ordini di nappe
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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