San Biagio/ Madonna col Bambino
altare,
1523/ 1527
Fancelli Pandolfo (/ 1526)
/ 1526
Stagi Stagio (1496 Ca. / 1563)
1496 ca. / 1563
L'altare, di piccole dimensioni, è costituito da due colonne su plinti che sostengono l'architrave e il timpano; le superfici dei marmi sono ornate da putti reggicartella, festoni, mascheroni, sfingi, uccelli, delfini, cornucopie, vasi e girali, insieme a immagini quali il pellicano con i piccoli e la fenice sul rogo, simboli dell'Incarnazione e della Resurrezione di Cristo; la Madonna col Bambino fra teste di angioletti decora la lunetta superiore e la statua di S. Biagio, in abiti vescovili e con il pettine dei cardatori, simbolo del martirio, occupa la nicchia centrale
- OGGETTO altare
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ATTRIBUZIONI
Fancelli Pandolfo (/ 1526): esecutore
Stagi Stagio (1496 Ca. / 1563)
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare è impostato secondo un'architettura e un repertorio decorativo ancora quattrocenteschi. È con l'ascesa di Giovan Battista Papponi a Operaio della Primaziale nel 1523 che il nome di Pandolfo Fancelli inizia a figurare nei documenti dell'archivio del Duomo, proprio per l'esecuzione dell'altare in esame, del capitello per il cero pasquale (cfr. scheda 00001495) e di due colonne con capitello per due Angeli cerofori (cfr. schede n. 00001972 e 00001973). Sono gli anni in cui lo scultore è chiamato, insieme a Girolamo da Carrara detto il Rossimino, a realizzare anche l'altare della Madonna del Latte nella chiesa di Santa Maria della Spina e di "uno edificio ovvero lavoro" che doveva essere posto davanti al coro della chiesa di San Francesco, presumibilmente un altare oggi non più esistente (CASINI 1992, pp. 88 ss.). Pandolfo, dopo il periodo giovanile trascorso in Spagna insieme allo zio Domenico -quest'ultimo autore dei monumenti funebri dei Re Cattolici Fernando e Isabella nella Capilla Real di Granada e del principe Juan ad Avila (MIGLIACCIO 1992, pp. 105-110)- giunse nel 1519 a Carrara come aiutante di Bartolomé Ordofiez, e qui legò con scultori attivi a Pietrasanta, quali Donato Benti e Lorenzo e Stagio Stagi (Russo 1992, pp. 33-71): alla morte del Fancelli, avvenuta nel 1526, il primo sottoscrisse la stima dell'altare per la parte dello scultore defunto; il secondo, invece, anche nella veste di continuatore dei lavori, stimò le parti da lui stesso realizzate. Tuttavia nei registri non sono distinti gli elementi scolpiti da Pandolfo e da Stagio. Siamo, comunque, dell'avviso che l'insieme spetti al Fancelli: la tipologia quattrocentesca trova infatti un rimando nell'opera sansoviniana in Santo Spirito a Firenze e nel monumento Basso in Santa Maria del Popolo a Roma (CASINI 1987, pp. 164, 168, 170). La tipologia rispetta, inoltre, quelle che erano state le indicazioni fornite nel 1485 a Matteo Civitali per l'erezione di ventidue altari, la cui impresa si fermò dopo la realizzazione del primo esemplare. Pandolfo non lavorò da solo: oltre a Stagio, presero parte all'opera alcuni scalpellini (Giorgio, Giampaolo, Simone da Pietrasanta, Simone il Mantovano). Al maestro si riconoscono le parti più consistenti: agli ornati aggiungiamo anche la lunetta con la Madonna col Bambino e soprattutto la statua di S. Biagio. Secondo Abbate (1992, p.139) i tratti fisiognomici del vescovo rimandano al viso dell'evangelista Giovanni nella tomba Cicara nella chiesa dei Santi Severino e Sossio a Napoli, eseguita con ogni probabilità da Andrea Ferrucci, le cui sculture erano note al Fancelli; le parti decorative mostrano, invece, strette affinità con quelle del sepolcro di Andrea Bonifacio, anch'esso collocato nella chiesa napoletana, opera di Bartolomé Ordofiez. Per questo motivo l'altare di S. Biagio a Pisa costituisce un 'importante testimonianza del crocevia della scultura di primo Cinquecento tra la Spagna e Carrara, tra la Versilia e Pisa, tra Firenze e Napoli, e della collaborazione e dei rapporti tra gli scultori attivi in quelle aree
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665550
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0