La base, a pianta circolare, è impostata su un alto gradino liscio, raccordato al corpo centrale mediante un'ampia cornice con tre motivi a fiore alternati ad altrettante coppie di doppie volute lisce e lucide, che si contrappongono a includere una conchiglia e all'estremità opposta si biforcano: dalla diramazione esterna, ornata con pelacette, spunta una spiga di grano. Sul corpo centrale bombato, tre cartelle mistilinee a forma trapezoidale, racchiuse ai vertici della base da due piccole conchiglie corniciate da una coppia di volute convesse, e profilate da una cornicetta a unghiature, includono un festone di foglie e frutti su un fondo puntinato e s'alternano a medaglioni modanati, che, delimitati in basso da due piccoli campi triangolari, contengono le raffigurazioni a mezzo busto a bassorilievo di Cristo, della Madonna e di S. Giuseppe. Il fusto ha un nodo di raccordo a disco con cornici a tortiglione e ad ovoli corniciati alternati a perle. (Segue in OSS)
- OGGETTO pisside
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MATERIA E TECNICA
argento/ sbalzo/ cesellatura/ foratura
- AMBITO CULTURALE Bottega Francese
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ALTRE ATTRIBUZIONI
bottega italiana
- LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
- INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Ritenuta da Giampiero Lucchesi opera italiana appartenente al servito Parretti e dunque databile tra il 1840 ed il 1845, in realtà la pisside, donata all'Opera del Duomo nel 1964, come sta ad attestare l'iscrizione incisa sotto la base, è opera di un orafo francese non meglio identificato: lo testimonia la presenza della testa di Minerva di profilo in campo ottagonale, punzone di garanzia del titolo in uso a Parigi dal 1838, che induce anche a datare l'oggetto dopo questa data. D'altra parte, numerose analogie di carattere stilistico avvicinano questa ad un'altra pisside francese di proprietà dell'Opera (scheda n° 20000061), dalla forma della base a certi motivi decorativi, come i medaglioni del sottocoppa, che, profilati da una cornicetta perlinata e sovrastati da un nastro annodato in un fiocco, racchiudono figure di profilo a mezzo busto. Si può, dunque, ipotizzare per questo arredo una datazione simile a quella dell'altra pisside, ossia tra il 1838 ed il 1858 circa. Anche la nostra, infatti, si presenta come un prodotto di quel clima culturale improntato alla riproposizione degli stili che si ritiene incarnino l'essenza più profonda delle varie epoche storiche: il risultato è una reinterpretazione in chiave ottocentesca del Gotico, del Rinascimento, del Barocco, del Rococò. Non si vuole realmente cogliere lo spirito di quelle età così diverse fra loro, ma si tende a rileggerle con gli occhi del presente, giungendo, così, ad esprimere non il passato, ma semplicemente l'idea che si ha di esso. L'oreficeria francese riesce a cogliere e ad interpretare questo spirito nuovo a partire dagli anni Trenta del XIX secolo: le forme e i motivi decorativi tipici del Gotico sono mescolati con altri di stampo rinascimentale, barocco e rococò. Così nella nostra pisside la decorazione mescola elementi propri di stili diversi. Se la forma ovoidale del nodo centrale e la cornicetta a ovuli corniciati alternati a perle del nodo di raccordo a disco richiamano nella loro sobrietà il gusto rinascimentale, la forma bombata del corpo centrale della base e la sovrabbondanza dell'ornato, costituito tra l'altro da festoni di foglie e frutti, cartelle figurate e teste di cherubini alati ad altorilievo, riecheggiano il Barocco. Non mancano neppure suggestioni settecentesche: le conchiglie, le pelacette, soluzione decorativa a metà strada tra la foglia d'acanto di ascendenza classica e la conchiglia rococò, e i nastri annodati in fiocchi rimandano alla grazia rocaille, mentre le perlinature, le foglie d'alloro e i medaglioni del sottocoppa, caratterizzati da figure di profilo a mezzo busto che li assimilano a classici cammei, rappresentano motivi tipicamente neoclassici non più in voga intorno alla metà del secolo. Questi, come pure la crocetta terminale e la decorazione del coperchio, analoghe a quelle presenti su oggetti databili tra il 1798 e il 1809, come la pisside di Parraud donata dall'arcivescovo Alliata (scheda n° 20000047), inducono a individuarne l'autore in un orafo non proprio in linea con l'evolversi del gusto
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665539
- NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665539
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2014
2007
- ISCRIZIONI Sulla lamina d'argento applicata sotto la base - DONO ALLA MEMORIA DELLA MAESTRA SIG.NA IOLE SODI. 11 - MARZO - 1964 - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0