MIRACOLO DEL BEATO SALVATORE DA ORTA

dipinto,

Personaggi: Madonna col Bambino; San Leonardo; San Maurizio; beato Salvatore da Orta. Figure: re; regina; soldati; donne; uomini; bambino; frate francescano. Attributi: (San Leonardo) ceppi; (San Maurizio) palma del martirio. Oggetti: cuscini; lance; corona di fiori. Architetture: pilastri; finestra

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Manetti Rutilio (1571/ 1639)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Manetti Rutilio E Domenico
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Villa Guinigi
  • INDIRIZZO via della Quarquonia, 4, Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, raffigurante un Miracolo del Beato Salvatore da Orta, oggi esposta nel Museo Nazionale di Villa Guinigi, era collocata in origine sul primo altare sinistro della chiesa lucchese di San Francesco, che, come ha rivelato il Ferrara desumendo la notizia dagli Annali del Convento, venne costruito nel 1634: "Nel Mese d'Agosto dell'Anno seguente 1634 il Signor Bernardino Giampaoli fece fabbricare di marmi misti e di Carrara il suo Altare posto in Chiesa nostra, che è quello del B. Salvatore" (Ferrara 1933, p. 37). Allo stesso Ferrara si deve la spiegazione del soggetto e l'identificazione dei due santi che affiancano la Vergine col Bambino con Leonardo e Maurizio: la scena illustrata non rappresenta un episodio specifico, ma unisce alcuni fatti generici relativi alla vita del beato. Nelle biografie ufficiali della Chiesa, infatti - gli Acta Sanctorum per esempio - la figura del minorita Salvatore (Santa Colomba, Catalogna 1520-Cagliari 1567) è descritta come un operatore di guarigioni miracolose, ma non vi si trova un episodio accostabile a quello narrato nella tela come verificatosi di fronte a due regnanti. Si sa però che i sovrani di Spagna vollero rendere omaggio al taumaturgo nella loro reggia e il quadro vuole quindi testimoniare le doti straordinarie del frate e l'ossequio tributatogli anche dai potenti (Ferrara 1933, p. 37). La tela, che in basso a destra reca la firma e la data RVTILIVS MANETTVS SEN.S F. 1635, è solitamente considerata frutto della collaborazione tra Rutilio e il figlio Domenico (Brandi 1931, pp. 128-129), che sarebbe intervenuto nelle figure del re, della regina e dell'ancella col bambino defunto. Ciò spiegherebbe secondo il Ferrara il contrasto tra le crudezze di alcune figure in primo piano, le preziosità esteriori delle sete e dei velluti e le morbidezze e gli impasti larghi del secondo piano e di alcune figure (Ferrara 1933, pp. 36-37) e secondo la Meloni il divario qualitativo tra il quadro finito e il bozzetto degli Uffizi (n. 19129), più vivo e movimentato, dalla composizione ben legata e senza indugi sul lussuoso sfoggio di gioielli e stoffe. La stessa studiosa nota poi giustamente che anche la tela non manca di particolari notevoli come il colloquio dei soldati sullo sfondo, dal sapore quasi velasqueziano (Meloni 1968, p. 214)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900526973
  • NUMERO D'INVENTARIO 79
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
    2006
  • ISCRIZIONI In basso a destra - RVTILIVS MANETTVS SEN.(ensi)S F.(aciebat) 1635 - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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