testa d'uomo

maschera, 1600 - 1624

L'opera è impostata su un piede circolare in turchese leggermente bombato e fasciato lungo il perimetro esterno da una elegante cornice in argento dorato ornata da foglie d'acanto stilizzate smaltate di bianco e rosa su fondo smaltato di nero. Il fusto, imitante il tronco di un albero di rovere, termina con due rami incrociati fra loro, decorati da piccole foglie smaltate di verde e da ghiande dorate. Al centro dei rami è fissata una maschera sorridente in turchese, i cui occhi sono costituiti da due diamanti a goccia sfaccettati montati in castoni d'oro applicati direttamente sulla pietra

  • OGGETTO maschera
  • MATERIA E TECNICA turchese/ incisione
    SMALTO
    oro/ fusione
    argento/ fusione/ cesellatura/ doratura
    diamante/ sfaccettatura/ incastonatura
  • MISURE Altezza: 97 mm
    Larghezza: 49 mm
  • AMBITO CULTURALE Bottega Francese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo degli Argenti
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.zza Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima attestazione documentaria riguardante il singolare manufatto è contenuta in un verbale del 26 novembre 1781 relativo allo spostamento di alcuni oggetti dalla Guardaroba granducale alla Galleria degli Uffizi (AGF, filza XIV, 1781, n. 82). Documentato dal 1784 all'interno di uno degli armadi del Gabinetto delle Gemme, all'inizio del Novecento esso fu trasferito al Museo d'Antropologia ed Etnologia di Firenze da dove passò poi al Museo degli Argenti. Le pionieristiche indagini di Detlef Heikamp (1966, 1972) sull'interesse dei Medici per la cultura e l'arte delle popolazioni del Nuovo Mondo hanno fornito un apporto decisivo per la ricostruzione della storia dell'opera. Innanzitutto allo studioso va il merito di aver riconosciuto nella elaborata montatura a forma di quercia un'allusione araldica alla famiglia dei Della Rovere, nel cui stemma compare l'immagine di una pianta di rovere con i rami incrociati del tutto simile a quella che sostiene la maschera. Tale identificazione ha consentito di stabilire un collegamento diretto tra l'oggetto e le collezioni dell'ultimo duca d'Urbino, Francesco Maria II della Rovere, confluite in gran parte in quelle dei Medici in seguito al matrimonio, nel 1634, tra il granduca Ferdinando II e Vittoria della Rovere, unica erede di Francesco Maria. Quanto alla maschera, Heikamp considera la pietra proveniente sicuramente dal Messico, ma non esclude che la sua lavorazione sia avvenuta invece in Europa, dove dalla seconda metà del Cinquecento la crescente domanda di reperti esotici da parte di facoltosi collezionisti determinò la nascita di un fiorente mercato di falsi. I tratti del volto, infatti, presentano contorni poco definiti e appena delineati che nulla hanno in comune con i lineamenti ben marcati, in alcuni casi geometrici, delle antiche immagini di divinità messicane. La mancanza di confronti e di studi specifici sulla contraffazione dei manufatti mesoamericani rende impossibile, per il momento, anche solo formulare una ipotesi sul luogo di esecuzione del pezzo. Considerazioni più precise possono essere fatte invece per la montatura, i cui smalti richiamano molto da vicino esemplari di orafi lorenesi o francesi della fine del Cinquecento e del primo quarto del Seicento. Come già ipotizzato da Gabriele Barucca (in Urbino 2000), la realizzazione di queste parti potrebbe essere stata condotta all'interno dell'entourage artistico gravitante intorno alla corte roveresca, presso la quale è documentata, nel periodo in questione, la presenza di maestri oltremontani
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900345702
  • NUMERO D'INVENTARIO Gemme 707
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1997
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2011
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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